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Morti per caldo: inspiegabile che il cambiamento climatico non sia il primo punto di ogni programma politico
In Italia il clima sta cambiando più velocemente che negli altri Paesi europei
Del resto i dati parlano chiari. Dal 2020 il nostro Paese segna uno degli aumenti di temperatura maggiori in tutta Europa, con +1,54°C rispetto alla media del periodo 1961-1990. Inoltre gli esperti definiscono l’Italia un hot-spot climatico, perché è un’area che continua a surriscaldarsi più velocemente della media globale.
Morti per caldo nel 2003 fecero crescere il computo totale del 25%
Naturalmente l’impatto sulla nostra salute è devastante. Lo spiega in modo dettagliato lo studio Il cambiamento climatico in Italia, presentato dall’Italian Institute for Planetary Health. “I primi dati ci fanno ritenere che nel 2022 avremo un eccesso di mortalità dovuto al caldo, come avvenuto nel 2003, quando ci fu circa il 25% in più di decessi nei mesi estivi, con punte del 32% in alcune città come Trento e Torino”. Chiara Cadeddu è docente di Igiene e medicina preventiva all’Università Cattolica e coordinatrice del dossier.
Le conseguenze più gravi su cuore, polmone e cervello
Nel 2003 l’Istat stimò circa 18.000 morti in più in Italia rispetto al 2002. Il ministero della Salute calcolò circa 3.200 decessi in più in 3 mesi nei 21 capoluoghi di regione, di cui il 98% si trattava di persone che avevano superato i 65 anni. Le principali conseguenze sulla salute sono molte. Innanzitutto una crescita esponenziale di problemi cardiovascolari e respiratori a cause del perdurare delle ondate di calore. Poi ci sono i decessi dovuti alle inondazioni o agli incendi. A essere molto colpita è anche la salute mentale. Uno studio condotto nell’hinterland bolognese ha notato che per ogni grado sopra i 24, la mortalità tra gli utenti dei servizi di salute mentale è aumentata del 5,5 per cento.