Test gratis contro le malattie sessualmente trasmissibili. La settimana dei test della LILA va dal 15 al 24 maggio: un’occasione per la diagnosi precoce dell’HIV, delle epatiti virali e di altre infezioni sessualmente trasmissibili (IST). L’obiettivo di questa iniziativa è naturalmente quello di sensibilizzare tutti sull’importanza di eseguire esami per tenere sotto controllo la propria salute sessuale. È anche il modo migliore per non rischiare o per ridurre al minimo il rischio di trasmettere eventuali patologie al nostro partner.
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Test gratis contro le malattie sessualmente trasmissibili: 8 le città italiane coinvolte
Alla campagna aderiscono cinquanta Paesi europei con centinaia di organizzazioni impegnate. Tra loro come sempre c’è la LILA, che in questa occasione potenzia il suo servizio di test anonimi e gratuiti per HIV, epatiti e sifilide nelle proprie sedi a Bari, Cagliari, Como, Firenze, Livorno, Milano, Torino e Trento. Qui trovi tutti gli orari e gli indirizzi degli appuntamenti LILA. Chi volesse acquistare un auto test nelle farmacie può aderire al supporto da remoto dell’associazione.
Onu e UNAIDS sostengono da sempre la possibilità di fare test in luoghi non sanitari. Secondo le due istituzioni internazionali esiste tutta una serie di persone che non si rivolgerebbe mai a una struttura tradizionale per diversi motivi.
Perché la diagnosi precoce è così importante nelle infezioni sessualmente trasmissibili?
La diagnosi precoce fa partire il prima possibile le terapie. Con l’HIV permette di non far progredire l’infezione nella malattia vera e propria, cioè l’AIDS. Diverse malattie sessualmente trasmissibili possono essere trattate efficacemente se prese agli esordi. Secondo i dati delle Nazioni Unite solo in Europa vivono 2.300.000 persone con HIV. Di queste il 20% non sa di avere contratto il virus. Purtroppo in Europa, oltre la metà delle nuove diagnosi arriva quando si trovano già in AIDS o prossime a questa condizione. In Italia questa percentuale arriva a superare il 63 per cento.
Anche nel caso di epatiti virali il discorso è molto simile. Ad esempio l’epatite C è diagnosticata solo nel 4,6% dei pazienti. La conseguenza è che la stragrande maggioranza di loro non accede alle cure che porterebbero alla completa guarigione. Poche diagnosi anche per l’epatite B. Anche in questo caso l’accesso alle cure porterebbe a benefici enormi.