Il tumore si batte anche a passo di danza. Danza indemoniata, come la pizzica, o sensuale come quella del ventre. Ballando si buttano fuori le emozioni e si riprende contatto col proprio corpo. In Puglia, a Bari, un gruppo di donne ha dato vita a un laboratorio per altre donne, intrecciando arte, note e lotta al cancro. Il progetto si chiama Le arabe fenici e ha vinto il concorso Principi Attivi della Regione Puglia, che finanzia i corsi.
I laboratori gratuiti di danza del ventre, musicoterapia, arteterapia e scrittura autobiografica creativa sono dedicati alle donne che hanno affrontato il cancro e hanno concluso i cicli di chemioterapia. Alla fine dei corsi, in partenza in questi giorni, si svolge uno spettacolo.
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«Il cancro non colpisce solo il corpo, ma soprattutto l’immagine di sé», spiegano le organizzatrici. «Ecco perché, anche quando la medicina è riuscita a guarire il “male” fisico, è necessario ricostruire uno specchio nel quale specchiarsi, frantumato dal senso di impotenza che si è vissuto, dalla paura della morte. La danza, la musica, i linguaggi dell’arte, così come le scritture autobiografiche creative, consentono di raccontare il dolore, di condividerlo e di affrontarlo senza utilizzare i meccanismi che solitamente ci portano o a totalizzarlo o, peggio ancora, a sminuirle nei “non-detto”, nei “non è successo niente”, “non parliamone che è meglio”».
I laboratori si basano anche sull’idea di gruppo e di condivisione. Per chi partecipa è un’occasione per confrontarsi con altre donne che hanno affrontato lo stesso dolore. «In tutte le culture del mondo, dall’inizio delle storia dell’uomo, la danza e la musica e la condivisione in gruppo hanno sempre rappresentato il “rito” nel quale condividere con la propria comunità il travaglio e ogni battaglia affrontata», dicono le organizzatrici.
A dare vita alle Arabe fenici, che prevedono anche percorsi di counselling psicologico, sono Francesca Romito, psiconcologa e presidente della Onlus, Antonia Chiara Scardicchio, docente di pedagogia sperimentale all’Università di Foggia, Fulvia Lagatolla, arteterapeuta e musicoterapeuta, Giulia Aquilino, counsellor Gestalt ed educatrice professionale, Marilena De Letteriis, insegnante di danze orientali, Margherita Maggiore, “Araba senjor”, e l’ideatrice dell’iniziativa Elisabetta Rizzo, infermiera di oncologia e counsellor biosistemico. Per informazioni sulle date si può consultare il sito o chiamare il numero 388.3774284.
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