Testo di Maria Concetta Antelmi,
psicologa e blogger di PSYCHOMER
Tutte le emozioni, positive e negative, attraversano il mondo interiore dell’essere umano. Non si scostano da questa verità gli artisti, come si nota dalla lettura delle biografie di alcuni come Van Gogh, Leopardi, Cézanne ecc. Tutti invasi da emozioni negative, sofferenti, melanconici o addirittura depressi. Ma le emozioni influenzano la creatività? Ebbene si! Più una persona prova eccitazione più è in grado di creare.
Una ricerca condotta nel 1996 all’Università di Miami, da Jill Adam e Paul Blaney, dimostra quanto anticipato. I ricercatori portarono un gruppo di persone all’ascolto di brani musicali per 20 minuti, suscitando in loro diverse emozioni. Una parte del gruppo ascoltava brani che suscitavano gioia, altri tristezza e altri ancora brani neutri.
Al termine dell’ascolto, per valutare la creatività, i soggetti venivano sottoposti a un test di pensiero divergente, che consisteva nel proporre diversi impieghi di un oggetto di uso comune. I punteggi più alti erano dati dai soggetti che avevano provato emozioni, indipendentemente che fossero di gioia o tristezza.
Un’ulteriore conferma al fatto che bisogna provare eccitazione per provare emozione ed essere creativi viene dalla teoria bi-fattoriale delle emozioni di Schachter. Egli postula che per provare un’emozione siano necessari due elementi: una attivazione fisiologica e una situazione che ci consenta di interpretare la detta attivazione.
Uno degli esperimenti più celebri che forniscono evidenze a questo modello consiste nell’iniettare a dei soggetti un composto precursore dell’adrenalina, in grado di causare attivazione indipendentemente dagli eventi esterni. I soggetti vengono poi spostati in una stanza, insieme a una persona che mostra rabbia e malcontento a causa delle condizioni sperimentali, oppure con una persona allegra che si dimostra entusiasta dell’esperimento. Non solo i soggetti, alla fine dell’esperimento, riferiscono di aver provato emozioni coerenti con il complice, ma dicono di aver provato un’emozione più “forte” rispetto a coloro che hanno subito la semplice iniezione.
Per poter essere originali, creativi e artistici dobbiamo quindi emozionarci, vibrare in qualche modo e essere in grado di contattare i nostri stati interni, indipendentemente dalla valenza (positiva o negativa) di questi.
Maria Concetta Antelmi
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