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L’Alzheimer si previene allenando la mente sin da giovani

Le persone che sfidano il proprio cervello nel corso della vita attraverso la lettura, la scrittura e i giochi logici hanno meno probabilità di sviluppare i depositi proteici nel cervello collegati con l'Alzheimer.

Le persone che sfidano il proprio cervello nel corso della vita attraverso la lettura, la scrittura e i giochi logici hanno meno probabilità di sviluppare i depositi proteici nel cervello collegati con l’Alzheimer.

Lo studio promosso dalla University of California, a Berkeley è apparso negli Archives of Neurology e suggerisce che le persone che impegnano la propria mente sin dall’infanzia sviluppano meno placche amiloidi. «Non stiamo parlando della risposta del cervello all’amiloide ma dell’accumulo di amiloide», ha precisato William Jagust, autore della ricerca, «è una scoperta nuova di zecca – ha continuato – che presto potrebbe offrire un modo per prevenire l’Alzheimer, una malattia che colpisce 36 milioni di persone in tutto il mondo. Numero che con l’invecchiamento della popolazione aumenterà a 66 milioni entro il 2030, e a 115 milioni nel 2050».

Il nuovo studio ha sfruttato l’uso di un meccanismo di brain-imaging che funziona con la tomografia a emissione di positroni (PET scanner) che attaccano e mettono in evidenza i depositi di beta amiloide, la proteina spesso ritenuta il fattore di accesso al morbo di Alzheimer. I ricercatori hanno studiato 65 persone sane e cognitivamente normali di 60 anni di età. I partecipanti hanno risposto alle domande di un test che misurava il livello di attività mentale in base ai diver si periodi della propria vita a partire dai 6 anni. Tra le domande incluse, la lettura di quotidiani, libri, è l’elaborazione di mail o lettere e il ricorso ai giochi.

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Dopo il test conoscitivo i partecipanti si sono sottoposti a numerosi esami utili a valutare la loro memoria e capacità di pensiero mentre i loro cervelli sono stati esaminati, usando il nuovo tracciante per cercare i depositi di amiloide nel cervello. Il team di ricercatori ha successivamente confrontato le scansioni del cervello di 10 pazienti affetti da Alzheimer e di 11 soggetti sani. E hanno riscontrato che le persone che erano state mentalmente più attive avevano più bassi livelli di amiloide beta, rispetto a quelli che erano stati mentalmente meno attivi. Mentre le persone che avevano iniziato da poco a dedicarsi ad attività mentali come la risoluzione dei cruciverba non risultavano aver avuto benefici.

«Quello che i nostri dati suggeriscono è che una vita intera trascorsa a impegnarsi in queste attivita ha un effetto cruciale nel mantenersi cognitivamente attivi in età avanzata», ha detto Susan Landau, un altro ricercatore di Berkeley che ha lavorato allo studio. «Molto probabilmente l’amiloide inizia ad accumularsi molti anni prima della comparsa dei sintomi», ha concluso.

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