Il caldo torrido mette a dura prova sia il corpo che lo spirito. E con l’afa «crescono aggressività e violenza». A rischiare di esplodere più degli altri ci sono «soprattutto le persone che hanno dovuto rinunciare alle ferie per problemi economici, legati alla crisi», un numero in crescita quest’anno. A fotografare il fenomeno è Antonio Lo Iacono, presidente della Società italiana di psicologia.
«Nelle persone già oppresse dalla crisi – spiega all’Adnkronos Salute lo psicologo – costrette a passare le proprie ferie a casa, il caldo estivo è un ulteriore disagio. In queste condizioni si registra un abbassamento della soglia di tolleranza e un incremento del nervosismo». Tra le mura domestiche poi il rischio di violenze aumenta. «Con l’afa estiva, in situazioni di cosiddetta calma piatta, anche la lite più banale può trasformarsi in veri e propri atti violenti, in cui a soccombere è sempre il più debole, quindi nella maggior parte dei casi purtroppo la donna», sottolinea Lo Iacono.
L’irritabilità acuita dal caldo fa dunque esplodere le situazioni di contrasto, anche minime. «Durante le lunghe giornate estive, con meno impegni quotidiani, si ha sì più tempo per incontrarsi, ma anche per scontrarsi – precisa lo psicologo – soprattutto quando si è costretti a rimanere a casa perché non ci si può concedere una vacanza fuori. È come se qualcosa all’interno dell’individuo si ribellasse in modo aggressivo e violento alla stasi e al caldo opprimente, con esiti sempre negativi», conclude Lo Iacono.
Fonte Adnkronos
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