La stragrande maggioranza dei Paesi occidentali ha deciso per la chiusura di quasi tutte le attività e di limitare significativamente gli spostamenti anche al loro interno. C’è però un’eccezione che ha fatto molto rumore, quella svedese. Alla luce dell’alleggerimento del confinamento anche in Italia sarà il modello svedese quello da seguire?
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Modello svedese: cosa hanno deciso le autorità politiche e sanitarie
Le autorità del Paese scandinavo non hanno imposto particolari limitazioni, ma solo chiesto ai propri cittadini di praticare il distanziamento sociale perlopiù su base volontaria. Alcune regole ci sono anche lì: divieto di raduni con più di 50 persone, vietato il servizio al bar, lezioni a distanza nelle università e nelle scuole superiori. Hanno evitato però i controlli di polizia e le eventuali contravvenzioni. Non è stata neanche introdotta l’App per il tracciamento delle persone. Gli svedesi hanno cambiato il loro comportamento, ma molto meno di quello che è successo agli altri cittadini europei. Le scuole materne, le elementari e le scuole medie sono rimaste aperte, così come molti ristoranti, anche se non c’è tanta gente ai tavoli.
Mai parlato apertamente di immunità di gregge, ma è il vero obiettivo
Il governo svedese ha evitato di parlare di immunità di gregge, come invece aveva fatto il primo ministro inglese Boris Johnson, attirandosi molte critiche. A voler però guardare la situazione nei fatti, l’aumento delle persone immuni fa parte della strategia dell’esecutivo. Anders Tegnell, l’epidemiologo di più alto rango in Svezia, ha annunciato che presto la capitale Stoccolma potrebbe raggiungere l’immunità di gregge. Questo proprio in virtù della decisione di lasciare tutte le attività aperte. Il matematico Tom Britton, che lavoro all’Università di Stoccolma, ha calcolato che sarà sufficiente il 40% di residenti contagiati per fermare la diffusione del virus. Questo risultato dovrebbe essere ottenuto per la metà di giugno.
Modello svedese ha fallito con anziani nelle Rsa e con gli immigrati, ma ha salvato l’economia
Il sistema svedese è stato criticato però per non essere stato in grado di proteggere la popolazione più anziana e quella degli immigrati. Gli elogi sono invece arrivati perché è riuscito a non far precipitare l’economia nel baratro, con tassi di mortalità comunque più bassi di quelli registrati in Paesi come l’Italia, la Gran Bretagna, la Spagna e la Francia, che pure hanno scelto un confinamento totale. Anche in Svezia i più colpiti sono stati gli anziani ricoverati nelle strutture di assistenza per gli stessi motivi che hanno colpito molte Rsa in Italia. C’è stata troppa lentezza nel mettere in campo tutte le azioni di protezione necessarie. Anche gli immigrati sono stati molto interessati dalla diffusione del virus, principalmente a causa della povertà media e del fatto che dovessero lavorare in azienda e spostarsi frequentemente.
La Svezia si difende dalle critiche: tassi di mortalità non diversi da Paesi che hanno chiuso tutto
Il governo svedese si difende, argomentando che alla fine il tasso di mortalità nel Paese sarà tra i più bassi. Tra l’altro, fanno sapere, il lockdown nelle altre nazioni non ha ottenuto risultati eclatanti nel fermare il virus e le morti. Ma c’è di più. Facendo circolare il virus tra la popolazione più giovane, la Svezia potrà affrontare più serenamente la seconda ondata prevista per l’autunno. La maggior parte della popolazione attiva, quella dei giovani e sani a minor rischio di conseguenze gravi, ha già fatto o sta facendo la malattia, riuscendo comunque a far abbassare la curva dei contagi. Le Terapie Intensive non sono andate in tilt e i bambini fino alle medie sono andati a scuola.
Il resto del mondo deve adattare alle proprie caratteristiche il modello svedese?
Ora la nuova fase che si apre anche negli altri Paesi sarà molto simile a quella messa in atto da subito in Svezia. Le ragioni sono molto, principalmente economiche. E questi motivi non sono legati al virus, ma alle misure per tentare di fermarlo. I costi per l’economia sono enormi. Paesi come l’Italia, la Germania, la Francia e gli Stati Uniti stanno perdendo molti punti percentuali di Prodotto Interno Lordo e il numero dei disoccupati sta raggiungendo cifre mai viste dal 1930, rischiando di far esplodere anche la situazione dal punto di vista sociale. La chiusura totale del resto non è sostenibile per tutti i mesi per cui sarebbe necessaria.
Modello svedese applicabile solo in Svezia?
Certo, l’approccio svedese alla pandemia riflette la cultura del Paese e non può essere replicato ovunque. Soprattutto per quanto riguarda la responsabilità individuale, che è molto alta in Svezia. Esiste un patto di fiducia non scritto tra i cittadini e le autorità. Gli svedesi seguono le raccomandazioni senza discutere, a differenza di quello che succede in altri nazioni.
Gli altri Paesi dovrebbero imparare anche dagli errori commessi dalla Svezia con gli immigrati e gli anziani. Le mascherine e gli altri dispositivi di protezione devono essere disponibili su larga scala subito. Gli operatori sanitari devono essere protetti a livelli massimo. Occorre enfatizzare il fatto che la parte di popolazione più a rischio deve proteggersi, ma chiudere intere società non ha più senso, per il fatto che occorreranno molti mesi prima della fine di questa pandemia.
Il discorso è che l’emergenza va gestita, non combattuta.
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