Un restyling 2.0 per aiutare ad accrescere la consapevolezza e l’attenzione sulla salute, ma soprattutto per permettere alla ricerca sulla chirurgia robotica mininvasiva di andare avanti, raggiungere obiettivi sempre più alti, sconfiggere il tumore prostatico e l’alone di non detto che circonda ancora le patologie urologiche.
È questo l’obiettivo del nuovo progetto di comunicazione e fund raising della Fondazione per la ricerca e la terapia in urologia. Costituita nel dicembre del 2000 presso il Padiglione Cesarina Riva della I Clinica urologica e Scuola di specializzazione in urologia dell’Università degli Studi di Milano, Rtu ha voluto legare al suo decimo anniversario questo nuovo look e modo di approcciare il grande pubblico, principalmente attraverso il web.
«Oltre alla raccolta fondi», ha spiegato la coordinatrice del progetto di comunicazione, Francesca Maria Montemagno, «c’è anche bisogno di reimpostare il sito internet in modo chesia sempre più facile a accessibile alle domande più frequenti su queste patologie. Parlare oggi di cancro alla prostata è un po’ come parlare qualche anno fa di tumore alla mammella: c’è una sorta di pudore che purtroppo ritarda la diagnosi, quando a volte basterebbe anche semplicemente riuscire a fare le domande giuste al momento giusto. Piccole ma importanti informazioni a portata di click, dunque, ma lo stesso meccanismo è stato pensato anche per i gesti di aiuto alla fondazione, dal PayPal al 5 per mille».
Da internet alla realtà fisica, il progetto di comunicazione prevede anche «una stretta partnership con le aziende», continua Montemagno, «per le quali non siamo solo un ente da aiutare una tantum ma un vero e proprio partner di divulgazione e organizzazione di nuove iniziative. Incontri scientifici soprattutto, dai quali poi estrapolare pubblicazioni che vengano diffuse il più possibile».
Il nuovo sito www.fondazionertu.it sarà ufficialmente lanciato lunedì prossimo 10 ottobre, mentre lo scorso week-end si è tenuto l’incontro celebrativo dei dieci anni della fondazione. Incontro a cui hanno partecipato «i nostri ambasciatori», conclude Montemagno, «ovvero coloro che si sono avvicinati a noi per questioni professionali o per esperienze di vita, e che rappresentano comunque, oggi come ieri, una parte fondamentale di tutto il piano di comunicazione e fund raising».
Fonte Italia Oggi
