L’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 ha lasciato un’impronta indelebile nei sopravvissuti, che è riconoscibile ancora oggi nelle loro analisi del sangue: i livelli di colesterolo e trigliceridi sono infatti più elevati in quelli che 16 anni fa erano i bambini di Manhattan che respirarono le polveri tossiche emesse dal crollo delle Torri Gemelle. Il loro apparato cardiovascolare rischia dunque di invecchiare prematuramente, come dimostra uno studio pubblicato su Environment International dalla New York University.
Non solo danni psicologici
«Dopo l’11 settembre abbiamo focalizzato l’attenzione sulle conseguenze psicologiche e mentali della tragedia, ma soltanto adesso iniziano a diventare chiare le conseguenze fisiche per i sopravvissuti che si trovavano nell’area del disastro», spiega l’epidemiologo Leonardo Trasande, coordinatore dello studio.
Lo studio sui bambini
I ricercatori hanno cominciato a intravederle grazie ad un registro sanitario, il World Trade Center Health Registry (WTCHR), che sta monitorando annualmente la salute di decine di migliaia di persone che l’11 settembre vivevano o si trovavano a Manhattan, inclusi quasi 2.900 bambini. Trasande e i suoi collaboratori, in particolare, si sono concentrati sugli esami del sangue di 308 bambini, 123 dei quali erano entrati in contatto diretto con le polveri delle Torri Gemelle contenenti sostanze chimiche tossiche derivate dalla combustione di plastiche e dispositivi elettronici.
La minaccia dalla plastica bruciata
Le analisi mostrano che nel sangue dei 123 bambini esposti alle polveri erano presenti livelli anomali di acido perfluoroottanico (PFOA), una sostanza che conferisce flessibilità alla plastica e che è stata bandita dalle aziende statunitensi nel 2014 proprio per gli effetti dannosi sulla salute.
Apparato cardiovascolare più vecchio
Secondo i calcoli di Trasande, il triplicarsi dei valori di PFOA nel sangue comporta un aumento del 9-15% dei grassi circolanti, compresi i trigliceridi e il colesterolo “cattivo” LDL che irrigidiscono e invecchiano le arterie prima del tempo.
Prevenzione ancora possibile
Fortunatamente, questo aumentato rischio cardiovascolare dei bambini dell’11 settembre (oggi giovani adulti) può ancora essere tenuto sotto controllo attraverso la dieta, l’esercizio fisico e il controllo del peso. «Il nostro studio sottolinea l’importanza di monitorare le conseguenze sulla salute dell’11 settembre nei bambini esposti alle polveri e ci fa sperare – conclude l’epidemiologo Trasande – che un intervento precoce possa ridurre i rischi determinati dal disastro».
Elisa Buson
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