L’aspettativa di vita in Italia cala in modo significativo. In un solo anno siamo passati dal terzo posto del 2020, alla nona posizione del 2021, ultimo dato disponibile. Prima della pandemia, nel 2019, eravamo al quarto posto. I dati sono racchiusi nel rapporto Health at a Glance dell’Ocse, che in italiano potremmo tradurre come Panoramica sulla Salute.
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Aspettativa di vita in Italia inchiodata sotto gli 83 anni
La media di longevità si ferma a 82,7 anni, esattamente come il Lussemburgo. La media dei Paesi Ocse, che in parole povere racchiudono tutto il mondo occidentale, è di 80,3. Quindi male, perché siamo scesi di sei posti, ma non malissimo, visto che siamo ancora sopra la media statistica.
La classifica dei Paesi più longevi
Al primo posto resta il Giappone con un’aspettativa di vita di 84,5 anni, seguito dalla Svizzera con 83,9. Terza posizione per la Corea del Sud con 83,6 anni. In quarta posizione a pari merito con 83,3 anni troviamo Australia e Spagna, tallonate da Norvegia e Islanda a 83,2. Un bambino che nasce in Svezia ha invece un’aspettativa di vita media di 83,1.
Sull’aspettativa di vita in Italia, pesa la scarsità di personale
Un dato positivo riguarda invece il tasso di mortalità evitabile. Siamo settimi, ma con 146 decessi ogni 100.000 abitanti, un tasso decisamente migliore della media dei Paesi presi in esame.
Problemi arrivano dal capitolo personale sanitario. L’Italia ha pochi infermieri. Sono appena 6,2 ogni mille abitanti, quando la media Ocse è al 9,2. Per il momento va un po’ meglio per i medici: sono 4,1 ogni 1.000 abitanti; la media Ocse è di 3,7.
L’Italia è tra i grandi Paesi che spendono meno per il servizio sanitario
Il vulnus del nostro sistema sanitario si chiama spesa. La nostra è bassa: 4.291 dollari pro capite, sotto la media che sfiora i 5.000 dollari. Per fare esempi vicini a noi, la Germania ha una spesa pro capite di 8.000 dollari, mentre la Francia spende per la salute di ogni suo cittadino 6.630 dollari.
Aspettativa di vita in Italia in calo a causa dei pochi investimenti pubblici
Del resto l’Italia destina il 9% del Prodotto Interno Lordo, cioè della ricchezza prodotta in un anno dal nostro Paese, alla sanità. La media Ocse è al 9,2, ma la Germania è al 12,7 e la Francia al 12,1 per cento. Attenzione perché in queste percentuali c’è anche il sistema privato, quindi si parla di spesa sanitaria complessiva.
Se ci limitiamo ad analizzare il servizio sanitario nazionale la situazione è anche peggiore. L’Italia spende solo il 6,8% del Pil, raggiungendo a malapena il sedicesimo posto della classifica tra i Paesi più industrializzati del mondo.
La condizione per quanto riguarda il numero di posti letto è drammatica, come abbiamo potuto capire durante la pandemia di Covid. Il nostro Paese ha soli 3,1 posti letto ogni 1.000 abitanti, con la media Ocse a 4,3. Tornando a occuparci di Germania e Francia, i tedeschi ne dispongono di 7,8 e i francesi di 5,7.
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