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Osteoporosi: con l’intelligenza artificiale è in arrivo una svolta

Dalla diagnosi precoce alla personalizzazione del trattamento, dal monitoraggio continuo alla ricerca di nuove terapie, l'IA offre strumenti potenti per migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da questa condizione debilitante

C’è chi pensa che l’osteoporosi sia solo un acciacco dell’età o, ancora, qualcosa con cui prima o poi si debba fare i conti. Se poi non compaiono sintomi particolari, pochi si sottopongono a un controllo periodico. Per fortuna, alle convinzioni vecchie arrivano soluzioni nuove e tempestive. Essendo la diagnosi tardiva uno dei maggiori ostacoli nella gestione dell’osteoporosi, l’applicazione dell’intelligenza artificiale può rivoluzionare questo aspetto. Ecco tutti i benefici.

Intelligenza artificiale e la diagnosi tempestiva di osteoporosi

L’osteoporosi è una condizione medica che comporta una diminuzione della densità ossea, rendendo le ossa fragili. Una malattia “silenziosa”, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, che è spesso diagnosticata solo dopo che si è verificata una frattura. Tuttavia, l’intelligenza artificiale è una risorsa potente per migliorare la diagnosi. Algoritmi di apprendimento automatico possono infatti esaminare radiografie, scansioni DEXA (Dual-Energy X-ray Absorptiometry) e altre immagini diagnostiche con un livello di precisione e velocità senza precedenti. Soprattutto sono in grado di identificare segni di perdita ossea che potrebbero sfuggire all’occhio umano, permettendo una diagnosi precoce e un intervento tempestivo.

Gruppo San Donato

Un algoritmo per prevedere il rischio di fratture e acutizzazioni

Un esempio di questa applicazione è Crystal Bone, un algoritmo in fase di sviluppo in grado di supportare il personale sanitario nell’identificare tempestivamente il rischio di fratture nei pazienti con osteoporosi. L’ispirazione nasce da un oggetto che fa parte ormai della nostra quotidianità come lo smartphone, in particolare gli algoritmi che consentono il testo predittivo quando scriviamo i nostri messaggi. «Crystal Bone fa la stessa cosa», ha affermato Yasmeen Almog, laureata in Informatica a Princeton, «ma il contesto sono i codici di diagnosi dalle cartelle cliniche elettroniche di un paziente e la previsione è la probabilità che subiranno una frattura entro un certo periodo di tempo». I primi risultati registrati con la sua applicazione sono stati pubblicati sul Journal of the Endocrine Society.

Attenzione ai sintomi non specifici

L’osteoporosi è una malattia silente fino a che non si manifesta una frattura. Può avvenire a livello del polso in seguito a una banale caduta, manifestazione che spesso viene sottovalutata e considerata “traumatica”. Anche la riduzione dell’altezza e la comparsa di deformazioni della colonna (schiena curva) possono essere dei campanelli di allarme.

Colpisce sia gli uomini sia le donne, anche se il genere femminile, dopo la menopausa, è quattro volte più soggetto alla malattia. Questo perché, nei primi anni dopo la menopausa, la riduzione degli estrogeni porta a una riduzione più rapida della massa ossea. Seppure si tratti di una malattia che si manifesta prevalentemente con l’avanzare dell’età, esistono anche forme di osteoporosi che possono colpire anche i giovani. Perciò la prevenzione è fondamentale.

La densitometria ossea senza radiazioni

Attualmente la forza dell’osso viene principalmente stimata attraverso la Densità Minerale Ossea (BMD). L’esame di riferimento per questo è la MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata), che ha come ogni esame dei limiti: a causa dell’uso di radiazioni ionizzanti non può essere ripetuta prima di 18-24 mesi. Inoltre, in presenza di artrosi o protesi vertebrali, la DXA può sottostimare la diagnosi di osteoporosi. Nuove metodiche, attualmente in fase di sviluppo con l’intelligenza artificiale, stanno trovando sempre più applicazione clinica.

Può personalizzare il trattamento riducendo gli effetti collaterali

«In Italia sono più di 5 milioni le persone colpite da questa patologia», afferma Cristina Eller Vainicher, Medico Chirurgo Specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio del Centro Sant’Agostino di Milano. L’intelligenza artificiale può contribuire a creare piani di trattamento personalizzati. Attraverso l’analisi dei dati medici, comprese le informazioni genetiche, lo stile di vita e le risposte ai trattamenti precedenti, l’IA insieme a un dottore esperto non solo migliora l’efficacia del trattamento, ma riduce anche il rischio di effetti collaterali, ottimizzando l’assistenza sanitaria per ciascun individuo.

L’intelligenza artificiale assicura un monitoraggio continuo

Un altro vantaggio significativo dell’Intelligenza artificiale è la sua capacità di monitorare continuamente la salute dei pazienti che soffrono di osteoporosi. Dispositivi indossabili e sensori possono raccogliere dati in tempo reale sulle attività fisiche e sui biomarcatori della salute ossea. Questi dati vengono poi analizzati per individuare cambiamenti potenzialmente pericolosi nella densità ossea o nei livelli di attività, fornendo avvisi precoci e suggerimenti per interventi preventivi.

Intelligenza artificiale dà supporto ai pazienti con osteoporosi

Il nemico numero uno delle ossa è la sedentarietà. Per evitare che l’osteoporosi danneggi le ossa è bene fare del sano movimento, sempre da decidere con il medico sulla base dell’età e della situazione clinica e condizione di salute. Anche in questo caso l’intelligenza artificiale può svolgere un ruolo cruciale nell’educazione e nel supporto ai pazienti. Attraverso chatbot e assistenti virtuali, i pazienti ricevono consigli su dieta ed esercizi specifici oltre a promemoria sull’assunzione dei farmaci.

Ricerca e sviluppo di terapie innovative

Infine, l’intelligenza artificiale sta accelerando la ricerca sull’osteoporosi. Analizzando enormi quantità di dati provenienti da studi clinici e ricerche genetiche, gli algoritmi possono identificare nuovi bersagli terapeutici e aiutare nello sviluppo di farmaci innovativi. Questo approccio data-driven sta aprendo nuove strade nella comprensione della malattia e nella scoperta di trattamenti più efficaci. Ovviamente senza togliere la gestione agli esperti, ma interagendo con loro in un allargato team multidisciplinare: solo così si aprirà la strada a una sanità più efficiente, personalizzata e preventiva.

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Simona Cortopassi

Classe 1980, è una giornalista iscritta all’Ordine regionale della Lombardia. Toscana d’origine, vive a Milano e collabora per testate nazionali, cartacee e web, scrivendo in particolare di salute e alimentazione. Ha un blog dedicato al mondo del sonno (www.thegoodnighter.com) che ha il fine di portare consapevolezza sull’insonnia.
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