Più elastico, più resistente, più sottile, tanto quanto un capello umano: ecco come può diventare il preservativo se al lattice si aggiungono le fibre della spinifex, un’erba spontanea conosciuta e usata da secoli dagli aborigeni australiani. Lo hanno dimostrato i ricercatori dell’Università del Queensland producendo i primi condom ultra sottili e resistenti, una vera svolta per il sesso sicuro e la lotta alle malattia a trasmissione sessuale come l’HIV.
La scoperta è nata dalla collaborazione con gli aborigeni Indjalandji-Dhidhanu, che vivono nella regione del Camooweal: questi indigeni sfruttano da sempre la spinifex per produrre un potente adesivo naturale, usato per incollare le punte sulle aste delle lance. Prendendo spunto da questa tradizione, i ricercatori hanno pensato di ridurre la graminacea in poltiglia per poi ricavarne delle fibre di nanocellulosa da usare come additivo nella produzione di oggetti in lattice, proprio come i preservativi.
I primi test, condotti su una linea di produzione negli Stati Uniti, dimostrano che i nuovi condom fatti con l’erba degli aborigeni sono più elastici, flessibili e resistenti di quelli fatti con il tradizionale lattice: le performance crescono del 20% per quanto riguarda la resistenza alla pressione e del 40% per quanto riguarda il volume.
Nelle scorse settimane i ricercatori sono riusciti a produrre membrane sottili appena 45 millesimi di millimetro, uno spessore pari a quello di un capello umano. «Con qualche rifinitura – precisano – potremmo produrre preservativi più sottili del 30% e capaci di superare tutti i test di sicurezza».
Lo stesso materiale potrebbe spopolare in tutta la galassia dei prodotti a base di lattice, guanti compresi: con la spinifex se ne potrebbero produrre di sottilissimi e resistenti, in grado di offrire una maggiore sensibilità alle mani delle casalinghe come a quelle dei chirurghi.
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