Quali sono gli effetti del cambiamento climatico sulle vie respiratorie? L’impatto dei fattori legati al clima, come le ondate di calore e l’aumento delle concentrazioni di pollini, sono anche una crisi sanitaria.
È questo il messaggio principale di un sondaggio europeo, pubblicato dalla rivista Economist Impact e supportato dal gruppo biofarmaceutico Chiesi. Il sondaggio, analizzando a fondo le esperienze di persone affette da malattie polmonari in 5 Paesi chiave (Regno Unito, Italia, Spagna, Germania e Francia), esplora, inoltre, il modo in cui questo impatto possa interagire con altri parametri sociali, come l’istruzione, il reddito e lo stato socioeconomico complessivo, richiedendo soluzioni olistiche di politica sanitaria.
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Il cambiamento climatico ha ripercussioni sui problemi respiratori
Nonostante i miglioramenti complessivi della qualità dell’aria registrati nei cinque Paesi, l’inquinamento atmosferico rimane una delle principali preoccupazioni per la salute degli europei. Ciò è stato confermato dalla
percezione degli intervistati: il 69% ha dichiarato di ritenere che la situazione sia peggiorata negli ultimi 5 anni. Quando è stato chiesto di indicare le principali cause dell’inquinamento atmosferico, oltre il 40% ha sottolineato i fattori legati al cambiamento climatico, in particolare gli eventi meteorologici estremi, come le ondate di calore e l’aumento delle concentrazioni di pollini.
«Il report sottolinea la necessità di inglobare il punto di vista dei pazienti e le loro esperienze reali nella valutazione degli elementi che, insieme, contribuiscono al benessere dei pazienti, e di tenerne conto nello sviluppo di soluzioni» commenta Carmen Dell’Anna, Head of Global Medical Affairs del Gruppo Chiesi. «I responsabili politici devono considerare che i fattori climatici e quelli socio-economici interagiscono e possono esercitare un impatto sulla salute e sul benessere dei pazienti. Noi di Chiesi ci impegniamo a promuovere una maggiore comprensione dei determinanti ambientali delle malattie respiratorie e a intraprendere azioni chiare in tal senso, che non si limitino al solo trattamento dei sintomi».
La scarsa qualità dell’aria può costituire un ulteriore ostacolo al miglioramento della salute dei pazienti: oltre la metà degli intervistati in contesti con bassa qualità dell’aria riferisce di aver evitato attività all’aperto, sia di tipo fisico sia sociale, che avrebbero potuto avere un impatto positivo sul loro benessere.
«È sorprendente come in questo secolo le cause di morte evitabili continuino a mietere vittime. Il peso delle malattie polmonari e respiratorie croniche è in aumento a causa del peggioramento della qualità dell’aria provocato dall’inquinamento atmosferico, a sua volta aggravato dai cambiamenti climatici» avverte Arzu Yorgancıoğlu, Presidente della Global Initiative for Asthma (GINA), fondata trent’anni fa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e da altri Enti. «È fondamentale affrontare le implicazioni più vaste della crisi climatica sulla qualità dell’aria. Il dialogo sarà fondamentale per diagnosticare, trattare e prevenire le malattie respiratorie. Prevenire queste malattie è più importante che curarle».