In Italia sono circa 250.000 le persone che soffrono di malattie infiammatorie croniche dell’intestino, un vero e proprio “terzo incomodo” che invade la vita dei pazienti e disturba ogni situazione, alterandone la normalità e alimentando ansia e imbarazzo.
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Parte la campagna “Fatti più in là – Allontaniamo insieme Malattia di Crohn e Colite Ulcerosa”
Oggi le fasi acute possono essere tenute lontane e per un periodo sempre più lungo, con importanti benefici fisiologici e psicologici per i pazienti. Per questo nasce la campagna “Fatti più in là – Allontaniamo insieme Malattia di Crohn e Colite Ulcerosa”, promossa da Janssen Italia in collaborazione con AMICI Onlus e Ig-IBD. La campagna prevede consigli online sulla convivenza con la malattia e sui progressi terapeutici grazie a un sito web e su Facebook.
Testimonial della campagna è Rudy Zerbi
Testimonial della campagna è il conduttore radiofonico e televisivo Rudy Zerbi. «Sono felicissimo di aver aderito a questo progetto, perché credo sia fondamentale raccontare il più possibile. Spesso queste malattie colpiscono soggetti davvero molto giovani e io ho subito pensato a loro, che possono essere i più fragili e, probabilmente, anche i più in imbarazzo nel parlare delle problematiche che devono affrontare» afferma Rudy Zerbi. «Credo sia fondamentale portare queste tematiche all’attenzione del grande pubblico perché più se ne parla, più si informa, più si può sperare in una connessione emotiva, per arrivare alla più totale inclusione per tutte le persone che soffrono di queste malattie, senza che si sentano mai emarginate».
Un forte impatto sulla qualità di vita
Colite ulcerosa e malattia di Crohn hanno un forte impatto sulla qualità di vita delle persone che ne soffrono. «Sono patologie che rendono difficili tanto le relazioni personali e più intime, quanto quelle lavorative e sociali» spiega Salvo Leone, Direttore Generale AMICI Onlus, l’associazione che tutela le persone colpite da MICI. «Per questi motivi è molto importante portare avanti campagne di sensibilizzazione che possano rompere il silenzio su queste patologie e creare delle reti di sostegno e collaborazione virtuosa intorno ai pazienti e alle loro famiglie».
Queste malattie, proprio per l’impatto che hanno sulla quotidianità dei pazienti, sono associate a problemi psicologici, come la depressione e lo stress. «Riunioni di lavoro, la pianificazione della giornata, stare a tavola con la famiglia possono essere attività incredibilmente difficili per chi ne soffre, che non di rado rischia il posto di lavoro o un demansionamento a causa della malattia» avverte Marco Daperno, Segretario Generale IG-IBD, Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease. «Ma oggi grazie ai progressi terapeutici e all’adozione di stili di vita adeguati, le fasi acute possono essere tenute lontane per un periodo sempre più lungo, con importanti benefici clinici e psicologici per i pazienti. Questo terzo incomodo può essere allontanato se tutti si lavora bene ed assieme: pazienti, medici, chirurghi».