Scendono le nuove diagnosi di Hiv e i casi di Aids in Italia. Non sappiamo ancora però se è una buona notizia o se questo possa dipendere dallo stallo nelle visite e nei test durante i due anni di pandemia legata a Covid-19.
Gli esperti hanno contato 1888 nuove diagnosi di HIV, mentre i casi di Aids hanno raggiunto i 403 nel 2022. Nel 2020 e nel 2021 meno persone hanno fatto esami e con i lockdown ci sono stati meno momenti di possibilità di contagio, visto che per diversi mesi siamo rimasti chiusi in casa.
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Nuove diagnosi di Hiv: troppi casi fanno i test tropo tardi
Sicuramente c’è una pessima notizia, che riguarda i late presenters, cioè i pazienti con una diagnosi tardiva. Si tratta di persone convinte di non avere comportamenti a rischio, arrivando a fare il test quando stanno arrivando i primi sintomi. Il 42% dei late presenters ha già le infezioni della malattie vera e propria, cioè dell’AIDS.
Quali sono le fasce di età che contano il maggior numero di nuove diagnosi di Hiv?
La fascia di età più interessata resta quella tra i 40 e i 49 anni. Se però si vedono gli aumenti percentuali la fascia di età che ha fatto vedere il balzo più importante è quella degli over 50, con il +30 per cento.
Sempre rimanendo in ambito percentuale c’è stato il sorpasso degli eterosessuali al 43%, mentre gli omosessuali sono al 40,9.
Da quest’anno la Profilassi pre-Esposizione è gratuita
Quest’anno c’è stata una svolta importante. Anche in Italia, come già capitava in moltissimi Paesi occidentali, la PrEP, la Profilassi pre-Esposizione, è diventata gratuita. Com’è noto si tratta della pillola che impedisce il contagio da HIV. Il farmaco è ora rimborsabile dal Sistema Sanitario Nazionale.
Italia ben posizionata per quanto riguarda le richieste dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto gli obiettivi 95-95-95 per il 2030. L’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa della salute mondiale ha chiesto a tutti i Paesi di riuscire entro quella data ad avere:
- il 95% delle diagnosi,
- il 95% del trattamento farmacologico
- e il 95% con la carica virale soppressa.
L’Italia è messa bene:
- Abbiamo già raggiunto il 95% di diagnosi,
- il 95% dei pazienti con il corretto trattamento terapeutico.
- Siamo al 93% di pazienti in soppressione della carica virale, ma certamente, secondo gli esperti, arriveremo a oltre il 95 per cento.
Sono dati particolarmente importanti. Sappiamo che una persona HIV positiva che stia assumendo la corretta terapia, ha una carica virale non misurabile. Di conseguenza non può più trasmettere ad altre persone il virus della sindrome da immunodeficienza acquisita. A livello di comunicazione si dice U=U, ossia Undetectable = Untrasmittable. In pratica ciò che non è individuabile, non è nemmeno trasmissibile.