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Hiv: la pillola per prevenire il contagio gratis anche in Italia

Permette di fare sesso senza contagiarsi. Finora il costo era a carico di chi sceglieva di seguirla. Secondo le Nazioni Unite è il modo più indicato per eradicare l'infezione

Finalmente anche in Italia sarà gratis la pillola per prevenire il contagio da Hiv. L’Agenzia italiana del Farmaco ha dato il vai libera al rimborso della PReP, la profilassi pre-esposizione, intervento farmacologico capace di prevenire il contagio nelle persone negative al virus Hiv, ma con stili di vita che li mettono a rischio di infezione. La notizia era particolarmente attesa perché l’Italia era uno dei pochissimi Paesi occidentali dove la PrEP era sulle spalle dei cittadini.

Gratis la pillola per prevenire il contagio da Hiv: l’Aifa l’ha inserita in fascia A

Il Comitato Prezzi e Rimborsi ha inserito il farmaco in fascia A, quindi rimborsabile dal Servizio sanitario nazionale. Secondo Anlaids Onlus, la prima a rivelare la notizia, si tratta di un passaggio storico. Non ci sono stime ufficiali, ma secondo dati rivelati dall’Italian Conference on Aids and Antiviral Research, a dicembre del 2021 in Italia risultavano 3641 persone in PrEP. 

Gruppo San Donato

Terapia efficace, sicura e tollerabile

Questo sistema di profilassi ha ottenuto il primo via libera nel 2012 dalle autorità sanitarie degli Stati Uniti. L’Agenzia europea del farmaco ha impiegato altri quattro anni per l’ok alla terapia preventiva. Se assunta correttamente, questa profilassi garantisce una protezione dall’infezione di Hiv in una percentuale che sfiora il 100 per cento. Si contano decine di ricerche scientifiche che ne certificano efficacia, sicurezza e tollerabilità. Le più importanti agenzie sanitarie del mondo ne consigliano l’uso alle persone che hanno un stile di vita che le mette ad alto rischio di contagio.

Ci spiega meglio il dottor Giuseppe Tambussi, infettivologo dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

Gratis la pillola per prevenire il contagio da Hiv: la storia della PrEP

Approvata fin dal 2012 della FDA (Food and Drug Administration Statunitense) già nel 2015, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) suggeriva ai Paesi dell’Unione europea di considerare l’adozione della PrEP nei programmi nazionali di prevenzione per i gruppi di popolazione a rischio di contrarre il virus. Nel 2016 è arrivato il nulloasta anche dall’EMA, Agenzia europea del farmaco. La PrEP consiste nell’assunzione di compresse, prima e dopo l’esposizione al rischio di contrarre l’HIV (rapporti sessuali senza preservativo, utilizzo in comune di siringhe). Composto da tenofovir disoproxil fumarato ed emtricitabina, il farmaco è già da tempo utilizzato per il controllo dell’HIV per cui se ne conoscono bene tollerabilità, sicurezza ed efficacia.

Cos’è la PrEP?

PrEP è la sigla di profilassi pre-esposizione. Chi la segue deve assumere un farmaco che contenga tenofovir DF ed emtricitabina. La PrEP permette di evitare il contagio anche quando si fa sesso con un partner sieropositivo che non sappia di esserlo o che non sia ancora sotto controllo terapeutico. Sappiamo invece che chi sia sieropositivo e segua correttamente la terapia antiretrovirale, pur non debellando l’infezione, non può più contagiare nessuno. Si tratta della famosa equazione U=U, “undetectable = untransmittable”: chi ha carica virale non rilevabile non può infettare.

Due modi per seguire la profilassi

Esistono due modi per seguire la profilassi:

  1. assunzione della pillola ogni giorno. Questo metodo si consiglia ha chi ha una vita sessuale particolarmente attiva e non sa quando avrà rapporti.
  2. Prima di fare sesso. In questo caso si prendono contemporaneamente due pillole dalle 24 alle 2 ore prima di fare sesso, una compressa 24 ore dopo la prima assunzione, e un’altra pillola a distanza di 24 ore.

Come si accede alla PrEP?

Per poter aderire alla PrEp occorre rivolgersi a un centro specializzato. Qui puoi trovare un elenco. Una volta ottenuto l’appuntamento un medico infettivologo prescriverà le analisi preliminari. Chi vuole fare la PrEP deve infatti essere sieronegativo. Importante valutare anche la salute dei reni e l’eventuale presenza di altre infezioni sessualmente trasmesse.

Una volta superate le prime analisi ogni circa tre mesi si rifanno gli esami. Il paradosso quindi è che chi segue il percorso è molto più controllato di chi non lo fa.

Come per ogni terapia ci possono essere effetti collaterali. Questo è il motivo ad esempio perché si controllino i reni prima di decidere la prescrizione. La buona notizia è che dal 2019, anno in cui la PrEP ha cominciato a essere somministrata in Italia, solo lo 0,5% delle persone ha dovuto interromperla.

 

FONTE: Istituto Superiore di Sanità

 

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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