Il 12 maggio si celebra la Giornata Mondiale dell’Infermiere. Un’occasione per far sì che la professione infermieristica “parli un po’ di sé”. Con i ricoverati negli ospedali, con gli utenti dei servizi territoriali, con gli anziani, con gli altri professionisti della sanità, con i giovani che devono scegliere un lavoro, con tutti coloro, insomma, che nel corso della propria vita hanno incontrato o incontreranno “un infermiere”.
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Gli infermieri: simbolo della pandemia
In Italia sono oltre 450 mila, cioè circa 5,8 ogni mille abitanti. Il contributo degli infermieri nella recente lotta contro il coronavirus è stato esemplare e non si è fermato neanche davanti ai numeri di contagi e morti che si sono susseguiti dall’inizio dell’epidemia di Covid-19 nel nostro Paese. Sono stati i primi a raccontare quello che stava accadendo negli ospedali italiani e nelle terapie intensive attraverso le loro testimonianze sui social e in televisione.
Le loro immagini sono diventate simbolo della pandemia stessa. Tutti ricorderanno la foto di Elena Pagliarini, del pronto soccorso di Cremona, fotografata da un collega quando a fine turno, sfinita, si era addormentata con la testa sulla tastiera del computer, con la mascherina e il camice ancora indosso. Oppure Alessia Bonari, che su Instagram aveva postato un selfie con il volto tumefatto dai segni della mascherina dopo una lunga giornata di lavoro.
L’impegno degli infermieri li ha portati ad essere candidati al premio Nobel per la Pace 2021.
Giornata Mondiale dell’Infermiere: perché è dedicata a Florence Nightingale
Nella Giornata Internazionale dell’infermiere si ricorda sempre anche Florence Nightingale, nata il 12 maggio 1820 e universalmente riconosciuta come la fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna. Divenne famosa a 39 anni quando pubblicò il suo manuale Note sull’assistenza infermieristica: cos’è e cosa non è. Molto presto è diventato il libro di riferimento per tutti gli infermieri.
«La pandemia ci ha insegnato che occorre studiare dati e lavorare su evidenze scientifiche. Sono tutte intuizioni già presenti nel pensiero e nelle opere di Florence, ricordata come colei che ha ridotto la mortalità per malattie dei soldati nella guerra di Crimea dal 47% al 2%», spiega Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (Fnopi).
Giornata Mondiale dell’Infermiere: il messaggio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
L’OMS, attraverso il suo direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha definito gli infermieri «la spina dorsale di qualsiasi sistema sanitario. Oggi, molti di loro si trovano in prima linea nella battaglia contro Covid-19».
«Ci sono quasi 28 milioni di infermieri in tutto il mondo che rappresentano quasi il 60% degli operatori sanitari. Sono la spina dorsale del sistema sanitario. Ma c’è bisogno di altri 6 milioni di infermieri a livello globale. Il mio invito va a governi, responsabili politici, datori di lavoro e autorità di regolamentazione: bisogna coordinare le azioni. Il sostegno a livelli di personale adeguati, la Salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro devono essere azioni prioritari e rafforzate. Inoltre, devono essere sviluppate politiche per proteggere gli infermieri da molestie, violenza e discriminazione sul posto di lavoro», ha aggiunto la responsabile degli infermieri dell’OMS, Elizabeth Iro.
Quanto sono pagati gli infermieri in Italia?
Gli infermieri italiani sono tra i meno pagati d’Europa. Per gli infermieri impiegati nel SSN con il rinnovo del contratto è previsto un aumento di stipendio che va da 85€ a poco più di 90€ lordi mensili, per una retribuzione mensile pari a circa 1.922 euro. Attenzione stiamo parlando di lordo. Gli infermieri di area critica, quelli cioè che sono impiegati in sala operatoria o in Pronto Soccorso, possono raggiungere i 2.000 euro. I cosiddetti Capi Sala possono arrivare a 2.500-3.000 euro al mese dopo però molti anni di lavoro.
Non c’è molta differenza con i loro colleghi che lavorano nelle cliniche privato. Più o meno lo stipendio medio è intorno ai 1.500 euro netti. Ci sono poi quelli che operano nelle Onlus e nelle cooperative e qui il minimo è di appena 1.000 euro al mese.
Quanto sono pagati negli altri Paesi europei?
Diciamo subito che le retribuzioni italiane sono nettamente al di sotto di quelle dei principali Paesi europei. Se in Italia si arriva più o meno a 30.000 euro lordi all’anno, la cifra cresce fino a circa 35.000 in Spagna e Francia, per arrivare a 41.000 in Germania. In Irlanda e in Belgio un infermiere si porta a casa più di 50.000 euro all’anno. Il top è in Lussemburgo, dove un infermiere guadagna oltre 80.000 euro all’anno.