News

Giornata mondiale contro l’omofobia: ancora tanti episodi di violenza

La giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia si celebra ogni anno il 17 maggio

Sono passati 29 anni da quando l’Organizzazione mondiale della sanità ha rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Dal quel giorno avere una relazione con una persona dello stesso sesso è stato definito dall’Oms una “variante naturale del comportamento umano”. La Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, invece, si celebra ogni 17 maggio dal 2004.

L’indagine sugli episodi di violenza

Il Centro Risorse LGBTI da giugno a dicembre 2019, all’interno del progetto Hate Crimes No More Italy, ha condotto uno studio per rilevare i dati sugli episodi di violenza subiti dalle persone Lgbti. La sigla sta per lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, intersessuali. L’indagine ha raccolto 672 segnalazioni di crimini d’odio o altri atti motivati da odio omobilesbotransfobico lungo tutto il territorio nazionale. Il questionario per denunciare le violenze è ancora disponibile online a questo link.

Gruppo San Donato

I motivi scatenanti

Il motivo scatenante gli episodi, così come è stato dichiarato dagli stessi colpevoli durante l’atto, o percepito dalle “vittime”, è legato nel 61.3% dei casi esclusivamente all’orientamento sessuale (non coincide con il genere: ha a che fare con il modo di relazionarsi agli altri e provare attrazione romantica o sessuale per persone di un genere piuttosto che di un altro); nel 2,6% esclusivamente all’identità di genere (rappresenta la percezione che ciascuno ha di sé come maschio o femmina, o alle volte come appartenente a categorie diverse da maschio o femmina); nel 2,7% esclusivamente all’espressione di genere (quell’insieme di caratteristiche esteriori con cui una persona si presenta alla società).

Le violenze subite

Tra le persone che hanno risposto all’indagine riportando episodi di odio, il 73% ha dichiarato di subire ingiurie ed insulti, il 24% delle minacce, il 13% molestia sessuale, il 12% violenza fisica e il 10,4% degli inseguimenti. L’1%, invece, dichiara di aver subito un tentato omicidio. Mentre il 3% ha subito il rifiuto di accesso a servizi sanitari o altri servizi pubblici. Infine, il 3% ha ricevuto un rifiuto all’assunzione o un licenziamento e l’1,8 % ha ricevuto un rifiuto di protezione da parte delle forze dell’ordine.

Oltre il 75% non denuncia

Sul totale di persone che hanno subito episodi di violenza sessuale, violenza fisica, stupro, danneggiamento delle proprietà, aggressioni con armi, tentato omicidio, bene il 76.4% non ha denunciato l’accaduto. E questo nonostante gli episodi costituiscano di per sé un reato, indipendentemente dal movente.

I motivi della mancata denuncia

Leggendo le motivazioni che hanno indotto le persone a non segnalare quanto accaduto, emerge la percezione che quanto subìto non fosse perseguibile per legge. Ma anche che un’eventuale denuncia sarebbe stata inutile. In molti casi, infine, viene riportata la necessità di non attirare su di sé l’attenzione dando visibilità all’accaduto.

Leggi anche…

Mostra di più
Pulsante per tornare all'inizio