Arrivano i dati dell’Istituto Superiore di Sanita nella Giornata Mondiale contro l’HIV. Nel 2019 in Italia ci sono state 2.531 nuove diagnosi di HIV. I dati, che arrivano dall’Istituto Superiore di Sanità, confermano la tendenza al ribasso a cui assistiamo dal 2012. L’anno scorso i casi erano stati 2.847. In termini di incidenza le regioni più colpite restano Lazio e in Lombardia. Attenzione, però: si pensa che il dato sia sottostimato. La scarsa abitudine di fare screening di controllo per le malattie sessualmente trasmissibili in generale e per l’HIV in particolare, porta a pensare gli esperti che in realtà le persone che convivono con questa infezione siano più numerose.
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Giornata Mondiale contro l’HIV: la metà delle nuove diagnosi riguarda eterosessuali
In 8 casi su 10 le persone che scoprono di avere l’HIV nell’anno scorso erano uomini. Le fasce di età più colpite sono quelle che vanno:
- dai 25 ai 29 anni, con 10,4 casi ogni 100.000 abitanti,
- e quella dai 30 ai 39 anni con 9,8 casi ogni 100.000 residenti.
- Sono in aumento anche le diagnosi per uomini ultracinquantenni.
L’età media dell’infezione tra gli eterosessuali è 39 anni, tra gli omosessuali 37. La proporzione di maschi aumenta progressivamente all’aumentare dell’età. La classe d’età con maggiore differenza
per genere è la classe 60-69 anni con 83,5% di maschi e 16,5% di femmine.
La diagnosi precoce resta fondamentale. Bisogna evitare che l’HIV diventi AIDS
Dal 1982, da quando cioè è partita l’epidemia, fino ad oggi si sono contati 71.204 casi di AIDS. Di loro al 2017 hanno perso la vita in 45.861. Nel 2019 ci sono state 571 diagnosi di AIDS. Il numero di decessi di persone con AIDS rimane stabile negli ultimi anni ed è pari a poco più di 500 morti per anno. Conosci la differenza tra HIV e AIDS?
L’infezione da HIV è ormai gestita bene dalle terapia. La speranza di vita delle persone che vengono curate velocemente è del tutto simile a quella delle persone che non hanno l’HIV. Questo però può succedere solo se si interviene velocemente. Dal 2017 continua ad aumentare il numero di persone che scopre troppo tardi di essere in HIV. L’anno scorso quasi il 40% – precisamente il 39,7% – delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV è stato diagnosticato tardi. In tre casi su dieci si è aspettata la manifestazione di sintomi.
Giornata Mondiale contro l’HIV: la prevenzione è fondamentale, perché non esistono anche cure definitive
L’uso del profilattico è il modo più sicuro di fare sesso per evitare di contrarre l’HIV.
La PrEP
La PrEP è la Profilassi pre-esposizione. Si tratta di una pillola da assumere ogni giorno o al bisogno in grado di proteggere dal virus HIV. Si compra in farmacia ma è necessaria la prescrizione di un medico specialista.
La terapia antiretrovirale
È un mix di farmaci da assumere quotidianamente per inibire la replicazione dell’HIV. Non può curare l’HIV, ma può ridurre la quantità di virus rilevabile nel sangue. La maggior parte delle persone con HIV prende un mix di pastiglie una volta al giorno. Altre possono ingoiare fino a quattro pillole al giorno, a secondo di quanto deciso dal medico. La terapia dev’essere cominciata il prima possibile.
Se non è rilevabile, non è trasmissibile
I farmaci a disposizione riescono ad azzerare la carica virale. Così non c’è più il contagio, a conferma della bontà della campagna internazionale U=U. In altri termini ciò che non può essere rilevato undetectable, non può essere trasmesso, untrasmissible.