Se ve lo state chiedendo, la risposta è no: non abbiamo svaligiato il reparto di rubinetteria e idraulica di un negozio per il fai-da-te. E non fatevi trarre in inganno neppure dall’elegante cassettina di legno: non è una confezione di strumenti da sommelier.
Quello che state vedendo in realtà è un uretroscopio, uno strumento medico usato agli inizi del Novecento per esaminare l’uretra, ovvero il condotto che porta l’urina dalla vescica all’esterno.
La storia
La cassetta appartiene alla collezione di strumenti sanitari storici della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, che comprende oltre duemila pezzi raccolti dal Seicento fino alla prima metà del Novecento: molti sono stati usati dai medici dell’antico ente ospedaliero meneghino, mentre altri sono frutto di donazione.
L’uretroscopio in questione apparteneva alla famiglia Pisani, che ha visto susseguirsi ben tre generazioni di medici urologi: l’ultimo, primario al padiglione Cesarina Riva del Policlinico, ha donato vari strumenti usati nella pratica clinica e altri più antichi, risalenti ai primi del Novecento, che venivano dallo studio privato di suo nonno.
La curiosità
L’uretroscopio è esposto in una teca insieme ad altri esemplari (destinati anche all’uso pediatrico) che venivano prodotti per lo più in Germania e Austria, come si può vedere dalle scritte riportate sulla confezione. La tecnologia era estremamente avanzata per l’epoca: utilizzava addirittura una lampadina a incandescenza miniaturizzata in modo tale da poter passare attraverso l’uretra ed illuminare le zone da ispezionare.
Elisa Buson
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