Un programma televisivo la domenica pomeriggio su RaiUno, un altro il sabato sera su RaiTre, in mezzo la presentazione del mio libro sui disordini alimentari su e giù per l’Italia. Le mie giornate sono piene fino all’inverosimile e non riesco mai a concedermi quello che più amo: stare lontana da tutto, in mezzo al verde, senza il rumore della città e le luci della ribalta.
Mi piace l’idea del Forest Bathing, il cosiddetto bagno nella foresta: contemplare la natura e il paesaggio selvaggio mi mette in pace con me stessa. Vivo un processo osmotico: mi sento nel posto giusto, al momento giusto. Di fatto anche noi siamo un elemento naturale, anche se facciamo di tutto per robotizzare la nostra vita. Ho anche provato ad abbracciare qualche albero, scoprendo che non fa per me, credo di non aver capito il mood giusto.
In questo articolo
Francesca Fialdini: «Tutte le volte che sono stressata mi torna l’angioedema»
I troppi impegni di inizio anno e di questi ultimi mesi mi hanno impedito di andare a sciare o a passeggiare
nei sentieri in mezzo ai boschi, come di solito faccio. E puntualmente ho pagato il conto: da qualche tempo
soffro di angioedema. Quando i livelli di stress si alzano, le labbra o gli occhi mi si gonfiano all’improvviso.
Il medico mi prescrive antistaminici e cortisone, che sono i due farmaci standard, ma non voglio esagerare
con i medicinali e a volte provo a curarmi con prodotti naturali e a fare attività che abbassino i miei livelli di
tensione.
Purtroppo è un problema ricorrente, che si ripresenta puntuale ogni qual volta esagero con il lavoro. È una
condizione poco conveniente per chi svolge come me il lavoro di conduttrice televisiva o che comunque è un
personaggio pubblico. Per permettermi di andare in onda, capita che i truccatori debbano fare miracoli.
Qualche tempo fa ne ha parlato anche Ermal Meta. In un post su Instagram, il cantante ha raccontato che la
sua faccia era diventata un pallone, molto probabilmente a causa dello stress. Lui aveva scelto, dopo aver
consultato diversi medici, di fermarsi per un po’ e aveva deciso di trasferirsi in Puglia per vivere in un’altra
dimensione, lontano da tutto e da tutti. Era stato molto coraggioso, perché aveva pubblicato anche delle foto
personali, per sensibilizzare il suo nutrito numero di follower su questo disturbo.
La conduttrice è stata “travolta” anche dalle storie legate al suo libro
Fermarsi, come ha fatto Ermal, può davvero fare la differenza in questi casi, ma a volte è difficile interrompere il flusso di lavoro, specie se è emotivamente coinvolgente. Per questo alla fine ho finito di non avere mai un momento per rilassarmi e per trovare spazi per me stessa. Oltre all’impegno con le dirette e le promozioni, sono stata travolta dalle storie legate al mio libro. Durante le presentazioni, che faccio anche nelle scuole davanti a centinaia di studenti, incontro tante persone che mi raccontano le loro esperienze legate ai disordini alimentari.
Dietro ognuno di loro ci sono ferite, ragazze e ragazzi, ma anche donne e uomini, spezzati dentro. Non mi lasciano mai indifferente. I giovani sono più lucidi e consapevoli, perché la loro generazione non si vergogna più di parlare di salute mentale. Da una certa età in su, invece, resta complicato ammettere di avere un problema.
È un argomento che sento profondamente mio. Ho girato cinque serie della docuserie Fame d’Amore su RaiTre, che ora si può vedere ancora su RaiPlay. Un programma incentrato su anoressia, bulimia e dipendenze da cibo, sull’ossessione per l’immagine e per il corpo di tanti giovani. Io stessa ho visto il mio metabolismo impazzire, tant’è che non riesco a prendere peso.
Purtroppo, spesso un corpo magro viene visto come un corpo sano, ma non sempre dietro a una forma snella
c’è una buona salute. In molti lo pensano perché il mito della magrezza contamina il giudizio sulle persone.
Sei magra, quindi sei felice. In questo tranello cadiamo tutti, come quando vediamo un ragazzo pieno di
muscoli e pensiamo che tutto vada bene nella sua vita, senza riflettere che magari soffra di vigoressia. Siamo
spinti ad avere un fisico perfetto e competitivo e quando vediamo un corpo obeso, come ci ha insegnato
durante l’ultimo Festival di Sanremo Big Mama, crediamo di essere di fronte a una persona pigra, che non fa
ginnastica, che si lamenta, ma che nel frattempo non fa niente per stare meglio. Così finisce che un giudizio
sul corpo, diventi anche un giudizio sulla personalità. Siamo tutti vittime di questo modo di ragionare. Ricordo lo slogan di una famosa pubblicità, che recitava: «Non mangia, vuole fare la modella».
Francesca Fialdini: «Per evitare che torni l’angioedema mi dedico a cromoterapia, aromaterapia e meditazione»
Per sopravvivere a tutto questo carico emotivo e professionale, e facendo fatica a trovare tempo per stare in
mezzo alla natura, ho dovuto cercare il mio equilibrio in un altro modo. Ho ricostruito il “mio bosco” nel
salotto di casa mia, che mi permette di creare l’ambiente ideale per stare sola con me stessa. La sera quando torno a casa non accendo la tv, mi siedo per terra su un tappeto, con delle luci, dei profumi e delle candele che stimolano la mia immaginazione. Uso la cromoterapia e l’aromaterapia per ricreare i profumi, i colori e i suoni di un bosco notturno.
Provo anche a meditare. Non so se sono bravissima, ma mi impegno a restare in me, respirando profondamente e cercando di svuotare la mente. Ho bisogno di abbassare gli stimoli esterni. Ascolto musica a 528 herz, che su di me ha la funzione di placare i pensieri, la mente e le mie radiofrequenze. Mi sono comprata anche un piccolo alberello fatto solo di luci che andrebbe appeso al soffitto. Io l’ho messo in un vaso con i fiori, così ho un arbusto di luci e tutte le sere mi trasmette una sensazione di calore. Insomma si potrebbe dire che se Francesca non va al bosco, il bosco va da Francesca. Questo momento tutto mio dura mezz’ora. Poi, prima di andare a letto, cerco di leggere qualcosa che mi aiuti ad addormentarmi. Scelgo libri che parlino di argomenti lontani da quelli del mio lavoro.
Francesca Fialdini: «Penso che l’angioedema sia un segnale che mi manda il mio corpo per dirmi di stare attenta»
Sento che tutto questo mi fa stare meglio. Del resto sono convinta che l’angioedema dipenda molto dal disequilibrio psicofisico. Mi capita spesso che ritorni durante le vacanze estive, proprio quando finalmente avrei tempo per rilassarmi: è come se il mio sistema immunitario mi dicesse che ora si può lasciare andare. Mi sono ripromessa di starci più attenta, perché sono preoccupata dagli effetti nel lungo periodo dello stress, che all’inizio sono invisibili, ma che poi diventano molto concreti. Dovrei avere il coraggio di riprendermi il mio tempo e imparare a dire più spesso di no. Penso che l’angioedema sia un segnale che mi manda il mio corpo per dirmi di stare attenta e che è inutile continuare a correre. Non succede niente se ogni tanto ci fermiamo.