La febbre Oropouche è una arbovirosi come la dengue, la Zika e la chikungunya. Le arbovirosi sono malattie causate da virus trasmessi da vettori artropodi, come per esempio zanzare, zecche e flebotomi, tramite un morso o una puntura. Interessano sia l’uomo che gli animali.
In questo caso specifico, il vettore del virus è una specie di moscerini, i Culicoides paraensis, che si trova in America meridionale e centrale e nei Caraibi. Finora non è stata documentata la trasmissione diretta del virus da persona a persona.
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Quanto dura l’incubazione? Quali sono i sintomi?
Il primo caso di febbre Oropouche è stato scoperto nel 1955 nel sangue di un lavoratore forestale di Trinidad e Tobago, nei Caraibi. L‘incubazione della malattia dura in genere dai 4 agli 8 giorni (in alcuni casi possono passare anche dodici giorni) dalla puntura dell’insetto. A questo punto partono i sintomi, che sono molto simili a quelli della Dengue, con:
- febbre alta, anche oltre i 39 gradi,
- mal di testa,
- rigidità articolare,
- dolore retrorbitale,
- malessere generale,
- dolori diffusi,
- brividi,
- fotofobia,
- spesso nausea e vomito persistenti.
Nella maggior parte dei casi non è un’infezione grave
I sintomi durano tra i 5 e i 7 giorni in media, trascorsi i quali generalmente la maggior parte dei pazienti guarisce autonomamente, senza altre complicanze. A volte però i sintomi possono durare anche più settimane. Solo in casi rari ci possono essere manifestazioni importanti, come la meningite asettica o encefaliti.
Febbre Oropouche molto diffusa in America Latina
Il virus Oropouche è tra gli arbovirus più diffusi in Sudamerica, dove negli ultimi 69 anni sono stati diagnosticati 500.000 casi. Secondo gli ultimi dati, dall’inizio del 2024 sono stati segnalati 5.000 casi in Bolivia, Brasile, Colombia Perù, e a Cuba, dove proprio nelle ultime settimane le autorità sanitarie hanno diffuso un’allerta pubblica per la presenza dell’arbovirus nel Paese. L’allerta in queste aree è stata diffusa anche per due varianti della febbre Dengue.
Non esistono né trattamenti specifici né vaccini. I pazienti devono rimanere a riposo, con trattamento sintomatico e monitoraggio medico.