In tempi di cambiamenti climatici e riscaldamento del pianeta la ricerca si concentra sempre di più nel cercare energia sostenibile che rispetti l’ambiente. Da questa necessità è partito uno studio dell’università britannica di Bath che è arrivata a una scoperta sensazionale: la pipì può creare elettricità. L’urina infatti si può trasformare in energia grazie a una cella a combustibile microbico.
La trasformazione avviene in particolari celle in grado di creare energia usando dei batteri che si nutrono di rifiuti. Ce ne sono alcuni, noti agli scienziati con i nomi di Shewanella putrefaciens o Aeromonas Hydrophila, che impazziscono letteralmente proprio per i rifiuti organici della pipì. L’urina, passando attraverso la cella a combustibile microbico dove si trovano i batteri, viene “mangiata”, creando per reazione l’energia. Da qui, l’elettricità generata dai batteri può poi essere immagazzinata in delle batterie oppure può essere utilizzata per alimentare direttamente i dispositivi elettrici.
La cella è grande solo 6,4 centimetri quadrati e spessa pochi millimetri. Costa appena 2 sterline, che in euro significa 2 euro e 50. Gli esperti hanno anche deciso di allungando gli elettrodi, da 4 a 8 millimetri, in modo da raddoppiarne la potenza, fino a 2 watt per metro cubo, una quantità di energia sufficiente per caricare un telefono cellulare. Impilando tre celle, la potenza complessiva si decuplica. Un modo conveniente, rinnovabile e a emissioni zero di produrre energia per l’alimentazione di dispositivi elettronici.
Queste celle a combustibile sono dunque efficienti, relativamente economiche e producono quasi zero rifiuti rispetto ad altri metodi di produzione di energia elettrica.
Se si possono utilizzare le potenzialità di questo rifiuto umano, si può rivoluzionare il modo in cui l’elettricità è generata. Le celle a combustibile microbiche possono giocare un ruolo importante nell’affrontare la triplice sfida di trovare soluzioni che forniscano energia sicura, affidabile ed ecologicamente sostenibile.
Francesco Bianco
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