Paralizzata torna a camminare. È questa la storia di Nirina, una donna di 48 anni colpita da atrofia multisistemica, è tornata a camminare grazie alla riattivazione del suo midollo spinale. La signora era costretta a letto da più di 18 mesi.
Il risultato è stato ottenuto dai ricercatori dell’Ospedale Universitario di Losanna (Chuv) e della Scuola politecnica federale di Losanna (Epfl). Il team di ricerca ha pubblicato i risultati dello studio sulla prestigiosa rivista scientifica The New England Journal of Medicine. Adesso l’obiettivo è rendere la terapia disponibile alla più vasta platea possibile.
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Cos’è l’atrofia multisistemica?
Si tratta di una malattia neurodegenerativa molto grave che ha conseguenze invalidanti come
- l’ipotensione ortostatica, con brusco calo della pressione quando ci si alza in piedi o ci si mette seduti,
- vertigini,
- perdita di coscienza,
- deficit respiratori,
- la costipazione,
- l’incontinenza urinaria precoce,
- la disfunzione erettile,
- la sindrome di Raynaud,
- disturbi del sonno,
- ansia,
- depressione.
Ha una progressione rapida. Quasi da subito si diventa dipendenti dalla sedia a rotelle. Il linguaggio diventa incomprensibile. Bisogna ricorrere spesso a un catetere urinario. La sopravvivenza in media non supera i 9 anni. Non esiste infatti alcuna cura.
Paralizzata torna a camminare: è riuscita a percorrere 250 metri
Nirina non riusciva più a camminare. Le bastavano due o tre passi per perdere conoscenza. La nuova terapia le ha permeso di percorrere 250 metri. I ricercatori hanno usato l’elettrostimolazione epidurale. Gli esperti hanno inserito nella sua colonna vertebrale alcuni elettrodi, unendoli a un apposito sensore che registra le sue posizioni. Di conseguenza se si alza o si mette seduta, questo dispositivo attiva una stimolazione che regola la pressione sanguigna e le permette di non perdere coscienza dopo pochi passi. Lo stesso accade quando si siede. In questo modo la signora ha smesso di assumere farmaci per la pressione sanguigna, ottenenendo un miglioramente generale delle sue condizioni.
Paralizzata torna a camminare: la speranza ora è riuscire a coinvolgere sempre più persone
Prima di poter affrontare la prova, la 48enne ha dovuto fare tre mesi di riabilitazione. I 250 metri li ha percorsi appoggiandosi a un deambulatore. La paziente vive a casa sua, assistita dal marito con l’aiuto di personale curante. “La ricerca è promettente, anche se è difficile valutare i rischi dell’intervento chirurgico necessario e i benefici a lungo termine del trattamento. Per questo si continuerà a sperimentare la procedura con più pazienti affetti da malattie neurodegenerative e in futuro è previsto uno studio clinico a più ampio spettro”, sottolineano gli esperti.