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Vittima di discriminazioni per la tua voce? Parlane sulla chat di WhatsApp, Voice Help

In occasione della Giornata mondiale della voce, l'Associazione Vivavoce attiva una chat che consente a chi subisce episodi di voice shaming di chiedere aiuto

Anche la voce può essere oggetto di discriminazioni. E allora, quale occasione migliore della Giornata mondiale della voce, che ogni anno si festeggia il 16 aprile, per promuovere una cultura inclusiva contro ogni forma di esclusione, preclusione e bullismo legati a problemi di linguaggio e, appunto, voce?

Vittima di discriminazioni per la tua voce? Parlane sulla chat di WhatsApp, Voice Help

Nell’ambito della campagna “16voce dici”, l’Associazione Vivavoce attiva una chat WhatsApp, Voice Help, che consente a chi subisce episodi di voice shaming (o ne è testimone) di segnalare il proprio o altrui disagio, ricevendo un supporto psicologico da un team di medici specializzati. Il numero da contattare è +39 3891560942 e per ogni informazione si può visitare il sito dell’Associazione.

Gruppo San Donato

Tante le persone che subiscono discriminazioni per la propria voce

In Italia oltre un milione di persone soffre di balbuzie, dei quali più di 200.000 sono ragazzi/e under 18. Sono invece più di 570.000 i minori che presentano disturbi del linguaggio in età di sviluppo e 150.000 i soggetti afasici. Come raccontano anche alcuni recenti casi di cronaca, sono sempre più numerosi gli individui che, a causa di un disturbo della voce e del linguaggio, subiscono atti discriminatori. Dai dati a disposizione, infatti, le persone con queste condizioni sono tre volte più soggetti al rischio di discriminazioni e bullismo rispetto ai loro coetanei.

Non solo. Il 70% delle persone con balbuzie dichiara di aver perso almeno un’occasione di impegno o di promozione a causa del disturbo legato alla propria voce. Il 20% afferma di aver rinunciato a un lavoro o a una promozione per via delle difficoltà riscontrate nel linguaggio. Numerosi bandi di concorso legati alle forze armate inoltre riportano alcuni disturbi della parola come caratteristica discriminante e causa di inidoneità.

L’Associazione raccoglierà le testimonianze in un dossier

Oltre a garantire un sostegno morale a chi accede al servizio, la chat Voice Help consentirà all’Associazione Vivavoce di raccogliere le testimonianze, che poi andranno a costituire un vero e proprio dossier di casistiche ed episodi discriminatori, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul triste e quanto mai attuale fenomeno del voice shaming. «Vogliamo cambiare la percezione e l’atteggiamento del mondo che ci circonda nei confronti di chi soffre di questi disturbi», commenta Giovanni Muscarà, fondatore dell’Associazione. «Parliamo di bambini bullizzati, candidati ai concorsi delle forze armate respinti perché balbuzienti, ragazzini discriminati a scuola persino da insegnanti, manager relegati a ruoli minori a causa dei loro problemi di linguaggio… Migliaia di casi passati per troppo tempo inosservati».

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