Ogni 10 minuti una persona con diabete ha un infarto, un ictus o sviluppa un deficit visivo importante, ogni 52 minuti subisce un’amputazione e ogni 4 ore entra in dialisi. A cent’anni dalla scoperta dell’insulina, che ricorre quest’anno, molto è stato fatto in termini di ricerca e cura delle persone con diabete, ma molto è ancora da fare nella sfida contro questa malattia cronica, che colpisce quasi quattro milioni di italiani, per migliorare gli outcome clinici, la prevenzione e la riduzione delle complicanze.
In questo articolo
Italian Diabetes Barometer Forum per discutere di diabete
Su questi temi, e non solo, si sono confrontati esponenti di istituzioni, società scientifiche ed esperti durante il 14esimo Italian Diabetes Barometer Forum, dal titolo “Diabetes and Health Next Generation”, con esplicito riferimento al principale strumento messo in campo dall’Unione Europea per disegnare il futuro del vecchio continente e affrontare l’impatto economico e sociale della pandemia: il programma Next Generation EU da 750 miliardi di euro. L’evento è stato organizzato da Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation (IBDO Foundation) e Intergruppo Parlamentare “Obesità e Diabete”, in collaborazione con Anci Comunicare, l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e con il contributo non condizionato di Novo Nordisk, nell’ambito del programma Changing Diabetes.
L’impatto del Covid-19 sulle malattie croniche
«Nell’ultimo anno, la pandemia dovuta al Covid-19 ha colpito duramente chi soffre di malattie croniche, tra cui le persone con diabete, evidenziando da un lato la fragilità del sistema di presa in carico territoriale e la disparità di accesso alle cure nelle diverse regioni, ma dall’altro l’importanza di alcune innovazioni e semplificazioni nell’assistenza alle persone con malattie croniche, che devono essere strutturate e diventare parte integrante del
sistema sanitario, non solo in fase emergenziale», spiega Paolo Sbraccia, Vice Presidente IBDO Foundation. Un sistema di prossimità non sempre adeguato ha non solo ridotto la capacità di gestione delle persone che hanno contratto il Covid, ma ha portato a gravi mancanze nell’assistenza delle persone con altre malattie, come diabete, tumori, malattie cardiovascolari. Durante i mesi di emergenza, spesso è venuta meno la prevenzione, l’accesso alle cure e la continuità assistenziale, con conseguenze anche gravi che, protraendosi, potrebbero aggravare la fragilità del sistema, motivo per cui è fondamentale intervenire subito.
Il contributo dell’innovazione tecnologica
«Un ridisegno strutturale e organizzativo della rete dei servizi, soprattutto nell’ottica di rafforzare l’ambito territoriale di assistenza, è reso necessario dal cambiamento negli anni dei bisogni di salute della popolazione, con una quota crescente di persone anziane e malattie croniche», spiega Agostino Consoli, Presidente della Società Italiana di Diabetologia – SID. «Un contributo importante può essere dato dall’innovazione tecnologica, in particolare per spostare il fulcro dell’assistenza sanitaria dall’ospedale al territorio, attraverso modelli assistenziali incentrati sul cittadino e facilitando l’accesso alle prestazioni sul territorio nazionale. I servizi resi possibili dalla telemedicina sono fondamentali in tal senso, contribuendo ad assicurare equità nell’accesso alle cure nei territori remoti, un supporto alla gestione delle cronicità e una migliore continuità della cura attraverso il confronto multidisciplinare», conclude.