Post di Luca Quagliata, ricercatore in oncologia
all’Università di Heidelberg in Germania
La sfida è davvero di quelle epiche, lo scontro è al vertice, in campo ci sono le rappresentative dei due migliori centri di ricerca di Heidelberg e della intera Gemania, nonché ai primi posti in Europa e nel mondo per qualità delle pubblicazioni scientifiche.
Da un lato i grigioblu del DKFZ, Centro di ricerca sul cancro tedesco, dall’altro i verdeneri dell’EMBL, Centro di ricerche finanziato dalla comunità europea. Le squadre sono eterogenee per età e posizione accademica. Il DKFZ, con una maggioranza di ricercatori di origine tedesca, annovera tra le sue fila professori ordinari di fama internazionale fino agli studenti al primo anno di tesi. L’EMBL non è da meno, si presenta con una compagine estremamente internazionale, con elementi di grande esperienza e curricula scientifici del tutto invidiabili.
L’elite del mondo della scienza si affronta senza esclusione di colpi.
Solo che i colpi questa volta non si tratta di DNA e geni, e il campo non è quello della ricerca scientifica. La sfida di cui parlo si è infatti tenuta lo scorso giugno su di un campo di calcio.
Alle 19, il calcio di inizio. Le condizioni climatiche non solo della migliori (vabbé, siamo sempre in Germania), la tensione è altissima. In campo si mischiano diverse lingue, si fa un po’ di confusione a coordinarsi, in inglese si cerca di comunicare alla meglio, ma alle volte basta un gesto.
I minuti passano, il DKFZ è squadra veloce e attacca, pressando nella loro metà campo gli avversari dell’EMBL. Il capitano dell’EMBL, rinvigorito dalla recente notizia dell’accettazione di un suo articolo sulla prestigiosa rivista scientifica Science, sprona i suoi cercando di tenere la difesa compatta. Verso la fine del primo tempo, l’EMBL ha uno scatto di orgoglio, prende il gioco in mano e inizia e martellare i difensori del DKFZ. Il gol sembra cosa vicina, ma il primo tempo finisce sullo 0 a 0.
Le lunghe ore passate seduti al computer o in laboratorio iniziano a farsi sentire, la squadra è stanca, serve qualche cambio. Ed eccomi in campo con EMBL, con il numero 11 mi posiziono sulla ala destra tra il centrocampo e l’attacco. Con me, un altro italiano, anche lui di nome Luca, viene schierato in posizione diametralmente opposta, sul lato sinistro. A ben dire siamo entrambi “intrusi”, nel senso che io non lavoro all’EMBL ma all’Università di Heidelberg, e anzi ho lavorato per il DKFZ qualche anno fa, e l’altro Luca, si trova ad Heidelberg per una collaborazione/scambio temporaneo tra laboratori (in realtà lavora a Roma, alla Sapienza).
Inizia la ripresa, in molti sperano sul duo italiano, ma passano solo 5 minuti e l’EMBL subisce il gol da parte del capitano del DKFZ.
Ma l’EMBL non si dà per vinto, anzi inizia ad attaccare con insistenza. Ancora una volta il gol sembra vicino… ma nulla di fatto.
La partita di conclude con la vittoria per 1 a 0 del DKFZ. Qualcuno scappa via a fine partita: esperimento in corso, bisogna tornare in lab! Per gli altri strette di mano e fiumi di birra (rigorosamente made in Germany): per una sera la ricerca può attendere.