Nonostante i progressi, una nuova ricerca svela come le donne siano ancora ignoranti in fatto di contraccezione, soprattutto per quanto riguarda la pillola anticoncezionale. La pillola e il suo funzionamento sono conosciuti solo dal 2% delle donne in Europa. La ricerca, condotta in Germania, Francia, Gran Bretagna, Svezia e Romania e pubblicata sulla rivista Contraception svela che, a prescindere dal livello culturale, la consapevolezza sulla pillola è davvero scarsa. E tre intervistate su 4 vorrebbero ricevere maggiori informazioni. «I dati spiegano come mai resistano tuttora tanti pregiudizi e luoghi comuni su questo metodo – afferma Francesco Primiero dell'Università di Roma La Sapienza, protagonista di un meeting internazionale di approfondimento che si tiene a Berlino – il timore più diffuso è che la pillola possa essere dannosa per la salute, mentre numerose evidenze scientifiche indicano l'esatto contrario. In particolare, un recente aggiornamento dei dati relativi alla mortalità tra le oltre 46.000 donne seguite per poco meno di 40 anni in un importante studio britannico ha dimostrato come, nel lungo termine, quelle che hanno fatto uso di contraccettivi orali vivano più a lungo. E migliora anche la qualità di vita: le formulazioni più recenti sono state sviluppate per offrire benefici aggiuntivi in termini di benessere risolvendo alcuni disturbi femminili molto diffusi». Tra i più frequenti, ci sono le mestruazioni abbondanti che provocano anemia e, nel 28% dei casi problemi di concentrazione e affaticabilità, la sintomatologia premestruale e l'acne, in particolare nelle adolescenti in cui può causare pesanti ripercussioni psicologiche e sulla capacità di relazione. «I progestinici di ultima generazione, come il drospirenone, rispondono meglio a queste esigenze, con un profilo rischi/benefici a favore dei benefici, aspetto condiviso anche dai comitati riuniti dall'Fda a dicembre 2011», aggiunge il Primiero. «Nell'immediato futuro la ricerca si concentrerà non solo su molecole innovative ma anche sulle migliori combinazioni e sul periodo di somministrazione», afferma Andreas Fibig CEO di Bayer, azienda leader nel campo della contraccezione. Dal 1961, anno in cui è ufficialmente diventata disponibile in Europa, la pillola ha attirato su di sé il dibattito etico e scientifico: le sono state attribuite innumerevoli virtù e altrettanti potenziali pericoli. Di recente è stato paventato un aumentato rischio di tromboembolismo venoso con le formulazioni di ultima generazione. Ma come orientarsi fra i prodotti a disposizione? «L'unica risposta è rivolgersi al proprio ginecologo, che conosce la storia della donna, può consigliarla al meglio e ridimensionarne i timori – spiega Primiero – le differenze tra le diverse molecole sono minime in termini di rischio assoluto e del tutto ininfluenti in un'ottica di sanità pubblica». Fra gli aspetti più considerati vi sono quelli di tipo estetico come la paura di aumentare di peso (vedi articolo). «E' necessaria chiarezza, poiché i progressi compiuti nei decenni dalla ricerca farmaceutica sono notevolissimi – continua Primiero – soprattutto in termini di riduzione dei dosaggi estrogenici e di introduzione di nuove molecole progestiniche». Fonte Agi Chiedi un consulto ai ginecologi di Ok Tutti gli altri metodi anticoncezionali Guarda anche Le bufale della contraccezione Il cerotto per non restare incinta Nuovo contraccettivo per lui: scarica di ultrasuoni sui testicoli Come funziona la pillola anticoncezionale Il pillolo? Tanti annunci ma… La spirale, da contraccettivo ad arma anti cancro Anticoncezionali naturali: attenzione, non sempre funzionano
2 minuti di lettura