«A Pozzuoli, un trasporto tanto puro quanto travolgente per un ragazzo della mia età, molto bello, che ho ancora ben fisso nella memoria», racconta Sophia Loren. «Sono sempre stata sommersa dai sentimenti, la terapia più efficace per accettare il tempo che passa».
Ecco la confessione dell’icona del cinema italiano a OK e, a seguire, un approfondimento medico sull’ansia che può causare un sentimento vissuto in modo intenso.
«Più che dell’amore, dovrei parlare dei sentimenti in genere o, se vogliamo, dei diversi tipi d’amore. Perché io sono stata sommersa dai sentimenti, dagli affetti, dai vari tipi d’amore fin dall’infanzia: amore per mia nonna Luisa, il vero “dominus”, al maschile, della mia famiglia; amore per mia madre Romilda, che aumentava a mano a mano che mi rendevo conto della sua vita difficile; amore per mia sorella Maria, che dura tuttora.
La mia vita, intensa e complessa
A 14 anni, a Pozzuoli, un amore tanto puro quanto travolgente per un ragazzo della mia età, molto bello, che ho ancora ben fisso nella memoria. Diciamo che amare, ed essere amata, in tanti modi diversi, compreso l’amore del pubblico, è sempre stata una condizione del mio animo, che ha contribuito a rendere la mia vita tanto intensa quanto complessa.
E poi l’amore per mio marito Carlo, un altro tipo di amore per i miei figli Carlo jr. ed Edoardo. Ora un ennesimo amore, che a volte sembra il più forte di tutti, per i miei nipotini Vittorio e Lucia.
Cosa sarebbe stata la vita senza amore, senza legami di affetto, amicizia, senza sentimenti assoluti anche fini a se stessi, slegati da ogni calcolo o ragionamento?
Insicurezze e timori sono benedetti
Tutto questo amore mi provoca anche ansia, timori, talvolta insicurezza, con notti che non finiscono mai, il che è un aspetto del mio carattere che non sono mai riuscita a dominare.
Se però dovessi rispondere alla domanda “si soffre per amore?” direi che è una sofferenza benedetta, perché ti fa capire di essere viva, di partecipare intensamente a questa meravigliosa avventura collettiva che è l’esistenza, di avvicinarti al suo mistero fin quasi a toccarlo.
Quindi amore e ansia, sofferenza e gioia, questo insieme di sentimenti e sensazioni mi aiuta a combattere e in fondo accettare il tempo che passa, molto meglio di creme, massaggi, diete, che pure possono gratificarti talvolta, ma sono niente al confronto. Amare e meritare l’amore degli altri, questa è la terapia più efficace».
Sophia Loren (testo scritto dall’attrice di suo pugno nel settembre 2009 per OK La salute prima di tutto)
L’APPROFONDIMENTO:
LE ANSIE DELL’AFFETTO
«Ha ragione Sophia Loren», dice Donatella Marazziti (puoi chiederle un consulto), docente di psichiatria all’Università di Pisa. «L’amore, sia quello per i genitori, per i figli o per il partner, se vissuto in modo profondo e autentico porta sempre con sé anche uno stato di preoccupazione, una paura irrazionale: quella di perdere da un momento all’altro l’oggetto amato. È l’ansia da allontanamento o separazione. Nasce perché si crede di non poter vivere senza quella persona accanto e si teme che le succeda qualcosa».
La normalità. L’amore e l’ansia sono controllati a livello cerebrale dagli stessi circuiti. «Quelli dell’amigdala e del locus coeruleus, che gestiscono le emozioni primordiali legate alla sopravvivenza», continua Marazziti. «Amare e temere per l’oggetto del proprio amore sono due sensazioni che ci tengono all’erta, pronti a proteggere all’occorrenza».
La patologia. Può capitare che la paura sfoci nella patologia. «Le fobie colpiscono più facilmente personalità insicure e con tendenza a sviluppare comportamenti ossessivo-compulsivi, legati a traumi che risalgono all’infanzia (per esempio, genitori assenti o che hanno abbandonato i figli)», spiega Marazziti.
Se lo stato d’ansia diventa invalidante, impedendo una vita normale, è necessario l’aiuto di uno psicoterapeuta o di uno psichiatra. Potranno consigliare un ciclo di psicoterapia cognitivo comportamentale, per recuperare autostima e superare il senso di dipendenza dall’amato e la frustrazione da separazione. In casi più gravi si interviene con farmaci regolatori della serotonina.
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