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Sharon Stone: troppo sport per restare giovane è la causa del mio ictus

L'attrice americana nel 2001 rischiò di morire per un particolare tipo di emorragia cerebrale che da allora ha preso il suo nome

La diva hollywoodiana Sharon Stone, classe ’58, racconta a OK come l’eccessivo esercizio fisico le causò nel 2001 un particolare ictus, che da allora porta il nome di Stone syndrome (leggi anche il commento di Paolo Veronesi), e svela qual è ora il suo segreto per mantenersi giovane.

A 55 anni godo di perfetta salute, ma come anche voi lettori di OK saprete in passato sono stata male, in bilico tra la vita e la morte. Era il 2001, di anni ne avevo 43, e ho avuto un’emorragia cerebrale, una sorta di aneurisma, un ictus che uccide una persona su tre. A me è andata bene, sono stata molto fortunata. E ormai quasi mi inorgoglisce il fatto che ci sia una sindrome definita da allora con il mio nome: la sindrome di Stone.

Gruppo San Donato

Tutto era cominciato con un gran mal di testa, anzi con un tremendo mal di testa, nella parte bassa posteriore del cranio. Sono corsa in ospedale, al Moffitt-Long Hospital di San Francisco, la città dove vivevo allora. I neurochirurghi hanno confermato attraverso l’angiografia la diagnosi immediata al momento del ricovero: emorragia subaracnoidea. Mi hanno presa in tempo, mi hanno curata, sono guarita.

I ricercatori sostengono che questo tipo di ictus improvviso, l’emorragia subaracnoidea appunto, stia colpendo un numero crescente di donne intorno ai 40 anni, la cui salute è minacciata da un esercizio fisico eccessivo. Già, proprio lo sforzo di un’attività sportiva smodata potrebbe innescare rotture di vasi sanguigni e problemi cardiaci. L’hanno chiamata, dopo il mio episodio, in mio onore, Stone syndrome.

Si discute da allora dei pericoli che le donne di mezza età possono correre nel momento in cui cercano di ricreare la loro giovinezza gettandosi all’improvviso in un regime vigoroso di allenamento in palestra. Proprio quello che io stavo facendo allora, oltre ai continui impegni cinematografici e umanitari, le apparizioni pubbliche e l’adozione del mio primo figlio, Roan. Troppe cose sullo stesso piatto. Troppo stress.

Sebbene non ci sia una risposta certa sulle cause, i medici tendono a collegare la mia emorragia cerebrale con lo sforzo compiuto il giorno prima dell’ictus, durante una corsa di quasi cinque chilometri per un evento di beneficienza.

Non si sa ancora bene quale possa essere l’incidenza della sindrome di Stone sulle quarantenni, ma alcune stime calcolano che potrebbe uccidere ogni anno migliaia di americane della baby-boom generation troppo desiderose di mantenere giovane il loro corpo. Troppo esercizio, per una donna non allenata propriamente, è pericoloso.

Io l’ho pagata cara. A San Francisco mi hanno sottoposta a un’operazione rivoluzionaria per quegli anni, nel corso della quale sono stati inseriti dei tubicini di platino nel mio collo per creare un bypass e far circolare il sangue intorno all’area danneggiata del mio cervello. In altri casi non basta, occorre un intervento classico per rimuovere l’edema che si forma.

Da allora ho rallentato molto la mia routine quotidiana. Continuo a svolgere attività fisica, che è indispensabile, ma in maniera moderata e razionale. Faccio ginnastica, esercizi abbastanza leggeri, cardiofitness e un po’ di pesi. E poi Power plate, una pedana vibrante che mi permette di tonificare i muscoli più che se stessi a terra. Senza mai esagerare.

Ora pratico yoga e danza

Mi piace tutto ciò che è acquatico, piscina, barche e paddleboard, uno sport che ho scoperto di recente e che si pratica pagaiando su una specie di tavola da surf. Continuo a fare yoga e mi piace ballare. Ho sviluppato una mia serie personale di training, a base di posizioni yoga, stretching e danza, così anche quando sono in viaggio, in un albergo, sposto i mobili, metto su un mio cd e mi alleno.

Soprattutto, dopo l’ictus, ho capito l’importanza di essere felici, e la felicità si ottiene disciplinando il tuo stato mentale. Mi aiuta molto la meditazione. Il piacere si può sempre ottenere, ma solo la felicità, come dice il Dalai Lama, riesce a mantenerlo e perpetuarlo. E per essere felici occorre scegliere di esserlo. Penso che molta gente cerchi di rendere tutto difficile nella vita, e invece noi possiamo scegliere di renderla più facile. E quindi più felice.

Sharon Stone (confessione raccolta da Silvia Bizio per OK Salute e benessere di ottobre 2013)

 

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