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Roberto Farnesi: adoro i cavalli ma sono allergico!

L'attore racconta a OK di aver scoperto da bambino di non tollerare il pelo di puledri e stalloni. Da allora gira, sul set e nella vita, con gli antistaminici

L’attore Roberto Farnesi, toscano, classe ’69, racconta a OK della sua allergia al pelo dei cavalli, scoperta all’età di otto anni. Oggi, nella vita e sul set, non gira mai senza antistaminici in tasca.

«Cosa può esserci di più divertente per un ragazzino di otto anni che trascorrere una giornata in una scuderia a stretto contatto con i cavalli, aiutando addirittura gli allevatori a strigliarli, nutrirli, sellarli? Fin da piccolo ho avuto una gran passione per questi animali così fieri ed eleganti, e mi piaceva osservare i maneggi vicini a casa, nella campagna toscana (dove vivevo e dove abito tuttora). Ma non sapevo quale effetto devastante potessero avere su di me.

Gruppo San Donato

Me ne sono reso conto all’improvviso un giorno, quando ho accarezzato a lungo uno stallone, mi sono passato le mani sugli occhi senza averle prima lavate, ed è stato un attimo: viso e collo si sono gonfiati a dismisura, sfigurandomi al punto da farmi diventare, in pochi minuti, quasi irriconoscibile, mentre gli occhi mi lacrimavano a più non posso e non riuscivo a smettere di starnutire.

È così che ho scoperto di essere allergico al pelo del cavallo. Una dose d’urgenza di antistaminici e cortisone mi ha permesso di tornare normale. Ma ho deciso di fare i test, da cui ho scoperto di essere allergico non solo al cavallo ma anche alla polvere, al pelo del gatto e alle graminacee. Il che non mi ha impedito, sia chiaro, di continuare a tenermi in casa il mio piccolo zoo fatto di cani, mici, criceti e furetti, né tantomeno di continuare a coltivare la mia passione per gli equini. Anzi, un paio d’anni dopo ho anche cominciato a cavalcare.

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Per non soccombere a occhi gonfi, asma e interminabili cicli di starnuti, ho sempre dovuto prendere, ogni volta che montavo, la mia pastiglia di antistaminico, che mi preservava dalle reazioni allergiche. Qualche volta nenche la pillolina bastava. E così dovevo pure andare di cortisone. Per fortuna con il tempo i disturbi sono regrediti un bel po’. Adesso la mia intolleranza si manifesta soprattutto nel periodo di transizione tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, un paio di settimane in cui comunque il massimo che mi può capitare è un prurito agli occhi, unito a una bella serie di starnuti consecutivi, tutto risolvibile con il solito antistaminico che prendo ogni sera e mi garantisce 24 ore di tranquillità.

Così sono libero di farmi lunghe passeggiate nel parco di San Rossore, a poca distanza da casa mia, con Ardito, il cavallo di mia sorella che sta nel maneggio vicino: attraversiamo il bosco tra volpi, cinghiali e daini, e arriviamo fin sulla spiaggia, galoppando o andandocene tranquillamente al passo. Mi piace farlo soprattutto in primavera e in autunno, quando i colori della natura e il clima temperato rendono tutto estremamente rilassante. E mi fa stare così bene che a volte riesco anche a non prendere il medicinale.

Non faccio mai a meno dell’antistaminico, invece, quando è il mio lavoro di attore a impormi il contatto con i cavalli, cosa che è accaduta molto spesso, per esempio con le fiction Al di là del lago, dove interpretavo proprio il proprietario di una scuderia, e Questa è la mia terra, dove ero un contadino che si muoveva sempre in sella. Si trattava di serie lunghe che richiedevano molte ore al giorno a stretto contatto con l’animale. Anche nella nuova fiction, Le tre rose di Eva, adesso in onda su Canale 5, una galoppata non me la sono risparmiata.

In questi casi prendo il mio antistaminico già la mattina presto a scopo precauzionale, prima di iniziare le riprese in sella o in scuderia, per evitare di incorrere in attacchi improvvisi e fastidiosi di starnuti e occhi lacrimanti, e non ho problemi di allergia».
Roberto Farnesi (confessione raccolta da Grazia Garlando per OK Salute e benessere di maggio 2012)

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