Pisolino sì, ma mai oltre la mezz’ora. Sugli effetti nefasti di dormire troppo dopo pranzo ci sono diversi studi. Ora ne arriva un altro che sostiene che aumenti il rischio di essere in sovrappeso.
I ricercatori del centro di ricerca del Brigham and Women’s Hospital hanno scoperto che chi dedicava alla siesta più di 30 minuti avevano un rischio maggiore di essere in sovrappeso e ipertesi. La stessa situazione non si verificava in chi dormiva per al massimo 30 minuti.
Uno dei motivi principali potrebbe essere il fatto che chi fa pisolini lunghi posticipa l’ora della cena e quella dell’addormentamento notturno.
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Nomi diversi per lo stesso concetto
Pisolino
È un diminutivo di pisolo, che a sua volta deriva da pisolare, termine molto comune a Pistoia ai tempi dei Romani. All’inizio del II secolo a.C. la città era infatti destinata all’approvvigionamento delle legioni militari. Il pistor era il fornaio e, nel gergo del mestiere, pisolare (dal latino pisare) significava macinare leggermente, quindi, per metafora, russare lievemente.
Pennichella
Deriva dal latino pendiculare, che significa essere sospeso, inclinarsi. La parola allude al movimento oscillatorio della testa quando ci si addormenta in una posizione scomoda e momentanea, come su una sedia o su una poltrona.
Siesta
Dal latino hora sexta (mezzogiorno), il momento della giornata in cui gli antichi latini facevano una pausa dal lavoro. In origine è nata per evitare che i contadini lavorassero nei campi sotto il sole cocente delle ore centrali del giorno.
Pisolino: il sonno colpisce dopo pranzo
Questa sensazione di sonnolenza dopo la pausa pranzo è comune a molti: studenti, lavoratori, pensionati, uomini e donne. E non bisogna vergognarsene, perché il pisolino diurno ci rende più produttivi. Parola di scienza. «Il sonno è regolato da un importante principio psicofisiologico di tipo omeostatico, secondo cui maggiore è la veglia diurna, maggiore sarà la propensione al sonno notturno e la sua profondità», spiega Alessandra Devoto, psicologa ed esperta in disturbi del sonno dell’Associazione italiana di medicina del sonno. «Un sonnellino è un toccasana per la mente e per il corpo. Immette una piccola valvola di sfogo all’aumento di pressione fisiologica verso il riposo notturno».
Il pisolino migliora attenzione e memoria
I benefici di un pisolino dopo pranzo li abbiamo testati tutti personalmente al risveglio, quando ci si ritrova di buon umore e senza stress. «Un vantaggio meno evidente della pennichella riguarda le funzioni cognitive. Dopo un breve riposo aumentano la vigilanza e l’attenzione», sottolinea l’esperta. Lo conferma uno studio pubblicato sul Journal of the American Geriatrics Society.
Il pisolino è un toccasana per la pressione
«Durante il sonno i valori pressori si abbassano. Quindi una persona sana, che dorme le ore giuste durante la notte, con il riposino post-pranzo ottiene un ulteriore positivo abbassamento della pressione», commenta Gianfranco Parati, professore di medicina cardiovascolare all’Università di Milano Bicocca, direttore della cardiologia all’ospedale San Luca – Istituto Auxologico Italiano di Milano e presidente della Società italiana dell’ipertensione arteriosa, «ma non si può generalizzare. L’irresistibile bisogno di una pennichella può essere segno di un’alterazione della durata e/o della qualità del sonno notturno. E l’aumentato rischio di problemi cardiovascolari che ci può essere al risveglio mattutino, collegato al rialzo della pressione che accompagna l’uscita dal sonno, si può ripresentare anche al risveglio dalla pennichella, con possibili ricadute negative specie per chi è iperteso».
Dopo pranzo è ok, più tardi no
In ogni caso, come il gioco, la pennichella va bene finché dura poco. «Il pisolino ideale è di circa mezz’ora», sottolinea Devoto. «I sonnellini più lunghi, oltre i 45 minuti, rischiano di generare la cosiddetta inerzia del sonno, un periodo in cui ci portiamo dietro la zavorra della dormita e rimaniamo confusi». Anche il momento ideale in cui fare il pisolino ha un suo perché. «È dopo pranzo che si intercetta il calo circadiano della vigilanza e quindi la nostra propensione fisiologica a riposare», spiega la psicologa. «Se invece ci si addormenta nel tardo pomeriggio si finisce per indebolire il sonno notturno».
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