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Pietro Sermonti: per il varicocele ho rischiato la sterilità

«Una fitta acutissima e ripetuta durante l'orgasmo mi preoccupò. Andai di corsa dall'andrologo, che mi fece fare subito l'esame dello sperma e mi diagnosticò il varicocele»

«Era come se una vespa ogni volta mi pungesse là, nel momento più alto del piacere», racconta l’attore Pietro Sermonti a OK Salute e Benessere, ricordando di aver rischiato la sterilità per una patologia dell’apparato genitale maschile. Leggi qui sotto l’intervista.

Sermonti ha avuto il varicocele bilaterale

«Avevo 22 anni. Corsi dall’andrologo, che mi prescrisse l’esame del liquido seminale. Era varicocele, e per di più bilaterale. Ne vado fiero come di una doppia medaglia al valore. Eh sì, perché mica a tutti capita di avere un varicocele bilaterale! Significa che le vene di tutti e due i testicoli si dilatano a causa del reflusso di sangue. In tanti hanno il monolaterale, ma il mio è per pochi eletti. Il varicocele è la prima causa di infertilità maschile, perché gradualmente altera la qualità e la quantità degli spermatozoi. Il pensiero che avrei potuto non avere figli mi fece molta paura. Adoro i bambini, credo siano una delle gioie più grandi e, anche se non mi è ancora successo, prima o poi spero proprio di diventare papà.

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Una fitta acuta durante un rapporto sessuale

Come mi sono accorto di avere quel problema? Sul più bello. Insomma, nel momento di massimo piacere della vita, era come se un’ape mi pungesse proprio là! Una fitta acutissima durante l’orgasmo, che non avevo mai provato prima e che mi sento di paragonare ai dolori del parto. Vi lascio immaginare l’imbarazzo con la mia fidanzata. Per qualche tempo, quel varicocele mi ha creato un sacco di problemi… Finché mi sono deciso ad andare dall’andrologo.

L’esame del liquido seminale per diagnosticare il varicocele

Dovete sapere che io ho un pessimo rapporto con tutto ciò che ha a che fare con gli ospedali. Anche se, ironia della sorte, il successo è arrivato con la serie tv Un medico in famiglia. Lo specialista mi prescrisse vari esami, tra cui quello del liquido seminale: una mattina d’inverno presi il motorino e via all’ospedale. Mi fecero entrare in una stanza e mi chiesero di raccogliere il mio liquido in un contenitore. Per farlo, potete immaginare, c’è solo un modo… Così, in aiuto dei pazienti, ci sono riviste con signorine poco vestite. Ho ancora davanti agli occhi quella situazione squallida, coi medici che aspettavano fuori dalla porta. Dopo gli esami, l’andrologo disse che avevo un varicocele. Mi spiegò di cosa si trattava e mi chiese di tornare pochi giorni dopo per l’intervento. Così feci, accompagnato da uno stuolo di persone, tra familiari, fidanzata e amici, che mi hanno coccolato fino al minuto prima dell’anestesia. Ok, forse ho un po’ esagerato, ma l’idea di finire sotto i ferri mi spaventava a morte. Invece non ci furono problemi. A parte il fatto che quando mi sono svegliato ho trovato la sorpresa.

Se non fosse stato diagnosticato in tempo, Sermonti rischiava la sterilità

Con una pacca sulla spalla, l’andrologo mi ha detto che potevo essere orgoglioso: altro che un solo testicolo, il mio varicocele si era rivelato bilaterale! Mi disse poi che ero stato fortunato, molto fortunato, perché era stato preso in tempo. Se non avessi avuto dolori, come succede a molti, e non mi fossi fatto visitare, sarei potuto diventare sterile. Tre giorni dopo volli subito fare un test, diciamo così, per verificare che l’operazione fosse riuscita bene. Ma l’incontro con la mia fidanzata andò malissimo. Nel senso che i dolori erano rimasti gli stessi. Un po’ abbacchiato, andai da solo in montagna per convalescenza. Dopo una settimana feci un sogno: facevo l’amore e non sentivo alcun dolore. Il mio corpo, attraverso l’inconscio, mi comunicava di essere guarito. E la conferma arrivò quando la mia ragazza venne a trovarmi… ».

Pietro Sermonti (testo raccolto da Diletta Grella per OK Salute e Benessere)

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