«Sono sempre molto attento alla salute. Vi dirò, anche perché non posso evitarlo: ho casa a Roma dietro al Policlinico Gemelli, mio fratello Marcello è medico, uno dei miei migliori amici, Roberto Persiani, è medico… Insomma, vengo costretto a sottopormi di frequente a check up di ogni tipo.
Ma nel 2007 un banale raffreddore mi ha provocato, senza che nessuno dei tanti nipotini di Ippocrate che frequento se ne accorgesse, una grave disfunzione all’olfatto. No, gravissima: l’avevo perso. Sì, avevo perso l’olfatto, il mondo all’improvviso non a veva più puzze, profumi, odori di alcun tipo. Questo raffreddore me l’ero trascinato per un mese senza farci molto caso. Recitavo sul palcoscenico, giravo in tournée… Quando l’intasamento è passato, mi è parso che l’aria nel frattempo fosse cambiata. Durante un viaggio in autostrada, per esempio, mi sono fermato in un autogrill e nella toilette e mi è sembrato di stare a casa mia: pulizia e ambiente asettico.
Nel corso dello stesso viaggio, in galleria mi sono trovato in coda alla solita fila estiva. Aperto il finestrino, non ho sentito il consueto fetore di smog. Evviva, ho pensato, si vede che con le nuove auto è diminuito l’odore degli scarichi. Al momento, insomma, non mi è parso strano. Poi, purtroppo, una serie di indizi mi ha fatto capire che il mondo non stava migliorando e che invece ero io ad avere problemi.
Entravo nei ristoranti con gli amici e mi facevano notare che c’era uno stantio tanfo di fritto. E io? Niente. Durante una serata a casa mia non si sono trattenuti dall’aprire le finestre. “Non senti che l’aria è viziata?”, mi hanno detto. “Siete voi che state invecchiando”, ho risposto, pensando di frequentare un giro di gente un po’ snob. È stato solo tempo dopo, a una cena di compleanno al mare, che mi sono arreso all’evidenza. Prima di sedermi a tavola ho passeggiato sulla riva e stranamente mi sfuggiva il profumo di salsedine, che amo molto.
Per due mesi ho vissuto in un mondo senza odori, senza fragranze di fiori e senza miasmi, senza effluvi di profumi e senza tanfi, a volte convinto di vivere in posti puliti che in realtà erano luridi. A pieni polmoni avrei respirato anche il gas, convinto che tutto era ok. Angosciatissimo, sono corso da Alfonso, il mio otorino, un altro membro del mio personale giro di amici e parenti medici. Non ci ha messo molto a capire che si trattava di anosmia. In alcuni casi è un disturbo comune e passeggero, in altri casi può trattarsi di una disfunzione nervosa permanente, che richiede indagini approfondite.
Capite che paura mi sono preso? Alfonso ha cercato di tranquillizzarmi e mi ha incoraggiato ad aspettare. “Come si fatica ad avere coscienza di un problema”, mi ha detto, “così è difficile accorgersi se sta passando. Prova a concentrarti sulle tue sensazioni. Esercitati”. Nei giorni seguenti ho cominciato ad annusare tutto, istericamente. E lentamente ho riacquistato l’olfatto. All’inizio, purtroppo, sentivo più i fetori dei profumi. Solo quando ho sentito la fragranza di una torta ho capito di essere guarito».
Massimo Lopez (testo raccolto da Simone Mosca per OK Salute e benessere di febbraio 2008)