«Sono stata sempre così: ogni prova un’emozione… E il mio intestino va subito in tilt!», spiega Luisa Ranieri. «Dolori e gonfiori. Dopo un provino con Michelangelo Antonioni hanno dovuto addirittura ricoverarmi in ospedale per coliche spastiche. Poi mi hanno proposto il training autogeno e una nuova dieta…».
Ecco la confessione dell’attrice a OK.
«Sono una che in genere sta bene. Positiva, ottimista. La mia vulnerabilità viene fuori solo quando mi ritrovo a dover affrontare una prova. Concentrata sulla pancia. Le tensioni esplodono lì, con dolori addominali e gonfiore imbarazzante, manco fossi incinta di quattro mesi.
Che quello fosse il mio punto debole, la mia zona a rischio, mi ero già accorta fin da ragazzina, magari quando non ero preparata su una lezione e avevo paura che mi interrogassero proprio quel giorno.
Se fossi Sophia Loren,
vivrei su una barella
Crescendo, tutto si è ingigantito con il lavoro, parallelamente alla conquista del successo. E, per fortuna, è un piccolo successo… Se fossi Sophia Loren, vivrei su una barella. Ricordo che cinque anni fa, quando feci il provino con il grande regista Michelangelo Antonioni, dovettero ricoverarmi in ospedale per coliche spastiche.
Il referto diceva: addome dolente, gonfissimo, intrattabile. Colite, insomma. Ero piena d’aria e di apprensione: l’ansia si era depositata tutta lì.
Mi curarono con iniezioni calmanti e un sacco di pillole; così riuscii a raggiungere il set. Lavorare con il maestro era un’occasione straordinaria, specie per me che, in fondo, avevo fatto solo uno spot di successo (quello del famoso: “Anto’, fa caldo”). Antonioni aveva scelto me come protagonista di Eros e io ero talmente lusingata e stordita che firmai subito il contratto senza pensarci troppo.
Sì, c’era scritto che avrei girato una scena d’amore, ma non pensavo che dovessi mostrarmi nuda. Mi sentivo inibita, impreparata, mi faceva male la pancia, mi si gonfiava, ma cercavo di non tradire troppo le aspettative del regista. Avevo squilibri ormonali, con una doppia ovulazione, e per tre mesi mi è saltato il ciclo. Lo stress, ovviamente, peggiorava la situazione.
Certo, se girassi il film ora, avrei un approccio diverso, più distaccato. Perché ho lavorato sul mio io, sulla respirazione, ho fatto training autogeno, sono riuscita a esercitare un po’ più di controllo sulla mia emotività. Ho cercato di scaricare le energie diversamente, facendo esercizio fisico: ginnastica, Pilates, aqua gym e nuoto in piscina, esercizi a corpo libero, tapis roulant.
Cambio di cibi, cambio di vita
Ma soprattutto, dopo tante cure e medicine, qualcuno mi ha consigliato un nutrizionista. E lui, cambiando la mia alimentazione, mi ha cambiato la vita. Mi ha tolto tutto quello che può fermentare: i lieviti, il pomodoro cotto, il latte e i latticini, le verdure scure a foglie. In più, il caffè e il tè. Insomma, se sto attenta a questa dieta, la mia pancia non si gonfia più e non mi dà dolori.
Ovvio che qualche trasgressione ogni tanto me la concedo, perché da napoletana amo la buona cucina e resistere al caffè è un sacrificio enorme. Anche se sono diventata brava a trattenermi, perché così mi sento meglio.
L’ansia è sempre in agguato e non posso dire di averla dominata del tutto. Per esempio, quando giravo la fiction su Maria Callas si è riaffacciata spesso, specie nelle scene dei litigi con Aristotele Onassis: nel ruolo del soprano, mi dovevo caricare emotivamente per essere credibile.
E con Adriano Celentano, allora, direte voi? Tutto bene. Intanto perché ci sono arrivata dopo le iniezioni antispastiche e le pillole rilassanti. E poi perché, passando attraverso le fasi del training e della corretta alimentazione, ho quasi risolto i miei problemi. Ecco, c’era emozione, non tensione, non paura. Neppure quando mi ha fatto cantare, e io sono una delle poche napoletane quasi stonate. Rockpolitik è stata una delle cose più divertenti e più pazze della mia vita.
Luisa Ranieri (testo raccolto da Lucia Castagna per OK La salute prima di tutto di settembre 2006)