Per fare la risonanza magnetica non è più necessario stare sdraiati e immobili dentro ad un tubo. Oggi lo stesso esame può essere fatto stando in piedi e muovendo le articolazioni: questo grazie a G Scan Brio, un macchinario di nuova generazione per la risonanza magnetica aperta anticlaustrofobica che aiuterà tutti i tipi di pazienti, dagli sportivi agli anziani, nella diagnosi di problemi articolari altrimenti invisibili alla tradizionale risonanza magnetica da sdraiati.
Il primo esemplare è in funzione presso il centro D-Lab (DiagnosticLab) di Bologna dove lavora Giuseppe Monetti, radiologo di fama internazionale cha conta fra i suoi pazienti anche celebri campioni sportivi di calcio, Formula1 e Moto GP.
«Fare la risonanza magnetica in piedi, quando l’articolazione è sottoposta al carico fisiologico esercitato dal peso corporeo, permette di individuare più facilmente molti problemi che da sdraiati non si vedono», spiega Monetti. «Pensiamo ad esempio alla malocclusione della mandibola, che si manifesta quando siamo in posizione eretta sotto carico, oppure a certe ernie del disco che spariscono da sdraiati, o ancora alle problematiche del legamento crociato anteriore del ginocchio che tormentano tanto gli sportivi».
I vantaggi offerti da G Scan Brio, però, non finiscono qui. «Questo macchinario, sviluppato e realizzato completamente in Italia, è il primo in grado di fare un esame dinamico mentre il paziente muove lentamente l’articolazione», precisa il radiologo.
Questo consente di affrontare anche i casi più delicati, come quello dei pazienti portatori di protesi. «Molti lamentano dolori e noi, con la risonanza magnetica, cerchiamo di capire come modificare le protesi per ridurre al minimo il loro disagio. Per questo – spiega Monetti – abbiamo avviato una collaborazione con il centro protesi Inail di Vigorso di Budrio vicino Bologna, che tra i suoi assistiti annovera anche il famoso pilota di Formula 1 Alex Zanardi».
La ricerca però non si ferma: in futuro l’uso di G Scan Brio potrebbe essere esteso anche ad altri problemi di salute che non riguardano direttamente le ossa e le articolazioni. «Un esempio lampante è il prolasso dell’utero, che si osserva meglio modificando la postura della paziente», conclude il radiologo.