«A 15 anni pesavo 32 chili, ero anoressica»: ecco la confessione a OK dell’attrice Kate Beckinsale, protagonista del film Total Recall, nelle sale dall’11 ottobre. Al suo fianco c’è Colin Farrell («Mio figlio non è disabile, è speciale»).
«Mio padre morì quando io avevo cinque anni. Ricordo ancora il trauma, il dolore e il senso di spaesamento. Tutto questo ha avuto ripercussioni pesanti che hanno condizionato la mia adolescenza: sono piombata nel tunnel di una forma grave di anoressia.
A 15 anni pesavo 32 chili e mi ci sono voluti molti anni per guarire, molte sedute di psicoterapia. Ero una teenager davvero infelice, tormentata. Spesso mancavo da scuola e ho pensato di essere sul punto di morire. Il mio principale obiettivo, a quei tempi, era di reggermi in piedi.
Ora sono madre di una figlia adolescente, e mi rendo conto che mai come adesso una ragazza cresce sotto assurde pressioni. Normali processi biologici come la pubertà, la gravidanza, la menopausa e l’invecchiamento vengono trattati come se fossero sintomi di una malattia, e il corpo della donna è sottoposto a costante scrutinio, se non addirittura a critica.
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È difficile crescere tranquillamente in questo modo. Non dico che questa pressione sia l’unica responsabile dell’anoressia e di altri disturbi alimentari.
Le dinamiche familiari ci mettono il loro zampino, e anche altre cause, e credo che ogni caso sia differente. Ma so per certo che quando io stavo crescendo imperava il mito della figura stecchino: non era molto di moda avere curve, un sedere in vista e due chili in più rispetto al modello di bellezza allora incarnato da Kate Moss.
Per fortuna oggi è un modello desueto, adesso le curve vanno bene. Eppure l’assalto sul corpo di noi donne è incessante e il livello di critica è fuori controllo. Troppo da gestire per una ragazza adolescente che magari si sente un po’ insicura. Per non parlare dell’influenza di internet e di Facebook che, senza esporre chi critica, si fanno veicolo di duri attacchi personali, così è ancora più difficile per un genitore, per una madre come me, controllare quello che sta succedendo alla figlia e dunque aiutarla.
Un problema come l’anoressia deriva innanzitutto da un problema con l’autostima dell’adolescente, non è solo una faccenda ormonale.
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E se i problemi vengono vissuti nel silenzio e nell’astrazione dell’universo online, è ancora più difficile trovare una soluzione.
L’anoressia si combatte grazie all’intervento di chi ti vuole bene, prima ancora che dello psicologo o di certe medicine.
Quando io lodo mia figlia, per esempio, sto molto attenta a non farlo basandomi sul suo aspetto esteriore, con commenti del tipo «quanto sei carina», «quanto stai bene con quel vestito». Trovo molto più sano e importante farle capire quanto sia stata intelligente o brava in qualcosa che ha detto o fatto».
Kate Beckinsale (confessione raccolta da Silvia Bizio per OK Salute e benessere di ottobre 2012)