I bambini sono divinità. Anche e soprattutto quando sono speciali, come il figlio di Colin Farrell. Mi ha commossa leggere la sua storia. L’attore, tra parentesi uno dei più fascinosi di Hollywood, racconta che il suo James è nato con una malattia rara, la sindrome di Angelman. «Solo all’età di quattro anni ha mosso i primi passi da solo», scrive Farrell. «È stata un’emozione straordinaria per lui e tutti noi. James è un bambino che richiede molte attenzioni, ma io non lo considero un disabile, io almeno non lo vedo così». Come spiega nel focus medico uno dei maggiori esperti italiani di Angelman, il neurologo Paolo Bonanni, la patologia genetica comporta ritardo mentale, difficoltà motorie e incapacità di parlare. «Quando lo guardo, mi sembra che sia un bambino felice», continua l’attore. «Già, l’ironia di questa sindrome è che si manifesta spesso in attacchi di risa. Se mi sento sfortunato? No. La nascita di James, la sua esistenza, è stata per me una benedizione, non un peso. Grazie a lui sono maturato, sono cresciuto, sono diventato più profondo, capisco meglio il senso dell’esistenza». Alcuni sembrano pensare solo alla fatica che fanno a essere genitori, ne avrete incontrati anche voi. Li senti sbuffare dinanzi alle pretese sacrosante di un bambino di addormentarsi con la ninna nanna della mamma o di fare un tuffo al mare con il papà. Dimenticano, quei genitori, che l’allegria di un bimbo è la vita che gorgoglia, è l’energia del mondo. Non sanno di ricevere più di quanto diano.
La cantante Elisa ricorda, delle sue tournée del 2010, quando allattava la sua piccola Emma Cécile, «tra la fatica dei concerti quasi quotidiani, i relativi spostamenti e le temperature estive». Ma le madri sanno trovare risorse inaspettate. E mi affascina sempre scoprire la dolcezza che all’improvviso trovi nella voce di una donna quando accenna alle sue creature. Prendi Luciana Littizzetto, che in tv fa battute al vetriolo e poi si scioglie quando parla di Vanessa e Giordan. «I figli non sono venuti, non era destino, non me la sono sentita di affrontare le pratiche di inseminazione», dice. «Ero una donna abbastanza serena e contenta, però all’idea di diventare madre non avevo rinunciato». Da sei anni vivono con Lucianina, come la chiama Fabio Fazio, due fratelli, in affido. «Quello che non ho sono due figli che mi assomigliano; quello che ho è che ci ho guadagnato, perché sono bellissimi». A tutti i genitori, e ai nonni, e agli zii, auguro di investire il tempo libero che si ritroveranno ad agosto nei sorrisi dei bimbi. Amandoli, comprendendoli, accettandoli. «Abbracciando le loro differenze», scrive Farrell, «come un’occasione di celebrazione della vita in tutte le sue forme».
Eliana Liotta –OK Salute e benessere
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