Hillary Clinton sta curando con gli anticoagulanti la trombosi in una vena del cervello scoperta durante il ricovero in un ospedale di New York. I medici rassicurano sulla sua ripresa e sui risultati della terapia. Ma restano tanti dubbi nell’opinione pubblica americana sul reale stato di salute del Segretario di Stato del presidente Obama: le informazioni che filtrano sono pochissime e questo alimenta voci e paure.
L’ex first lady è svenuta, prima di Natale, battendo la testa. Causa del mancamento, si è ipotizzato, un’infezione allo stomaco che le ha causato una forte disidratazione. Un banale virus, insomma, che ha fiaccato il corpo di una delle donne più potenti e ammirate del mondo.
La caduta le ha provocato una commozione cerebrale, che ha fatto scattare gli accertamenti di routine per scongiurare danni al cervello. E proprio durante questi esami, è stata scoperta la trombosi di una vena che corre sulla superficie del cervello, sul lato destro, dietro l’orecchio. La vena si chiama seno trasverso, serve a far defluire il sangue dai tessuti ed è stato interessata da un trombo, cioè un coagulo di sangue.
È però possibile che la trombosi non sia la conseguenza della caduta del Segretario di Stato (ancora per poco, perché sta per lasciare l’incarico), ma la sua causa: perché si formasse il coagulo, la moglie di Bill Clinton avrebbe dovuto sbattere la testa molto più forte. Dunque, ipotizzano i medici (che nella cartella ufficiale tranquillizzano sulle sue condizioni di salute), è possibile che il trombo fosse già lì.
Hillary Clinton, infatti, aveva già sofferto nel 1998 di trombosi venosa profonda alla gamba destra. E i lunghi viaggi in aereo, sconsigliati per chi soffre di trombosi, e i continui cambi di jet lag potrebbero aver peggiorato la situazione.
La trombosi in una vena del cervello è piuttosto rara (colpisce ogni anno quattro individui su un milione): di solito i coaguli si formano nelle arterie che portano il sangue al cervello causando un ictus. La trombosi può essere provocata da traumi molto forti, tumori o infezioni: potrebbe essere questo il caso della possibile candidata alle elezioni presidenziali del 2016.
«Quando nell’organismo è in corso un’infiammazione, come per esempio una parodontite o un’infezione urinaria, nel sangue si attivano i fattori che facilitano la coagulazione del sangue», spiega Lidia Rota Vender (puoi chiederle un consulto), responsabile del centro trombosi dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano) e presidente dell’Alt. «È un meccanismo che facilita la guarigione, ma in alcuni casi può facilitare la comparsa di un trombo».
Ma è l’ipotesi che si tratti di un tumore a scatenare dubbi e paure sui media e tra i cittadini: nonostante le rassicurazioni e le promesse di tornare presto al lavoro, c’è chi sospetta che dietro al ricovero di Hillary Clinton, che ha lasciato l’ospedale il 2 gennaio tenendo per mano la figlia Chelsea, ci sia dell’altro.
Federica Maccotta – OK Salute e benessere