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Dustin Hoffman: il mio nasone? Mai pensato di rifarmelo

Il grande attore racconta a OK perché non cambierebbe mai il suo profilo non proprio perfetto

«Si dice che il naso e le orecchie siano i due unici connotati del viso di un uomo che continuano a crescere anche in tarda età. Non lo so… Io questo naso ce l’ho così fin da quando ho memoria di me stesso. Oddio, crescere ha continuato a crescere, chi lo nega. Ma fin dalle scuole medie i compagni mi prendevano in giro per questa mia appendice storta e statuaria, dandomi del nasone, seguito da vari aggettivi, tra cui ricorreva spesso la parola ebreo: il tipico naso «importante» degli ebrei.
Ebbene, mia madre, quando avrò avuto 14 o 15 anni, dotata anche lei di un discreto apparato olfattivo, decise di ricorrere alla chirurgia plastica correttiva per farsi rimpicciolire e soprattutto raddrizzare il naso.
L’operazione riuscì bene e mamma insistette che mi sottoponessi anch’io ai ferri del chirurgo estetico per un ritocco. «Non solo saresti più carino, Dusty», mi disse, «ma i tuoi compagni la smetterebbero di scocciarti con questa storia. È un intervento sicuro, un po’ di male all’inizio, dopo l’operazione, ma ne vale la pena». Una proposta allettante. Ci pensai. Ma col senno del poi assicuro di esser felice di aver rifiutato.

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«Mamma, questo naso è mio e me lo tengo», le dissi. «Questo naso sono io, è quello che mi rende diverso dagli altri». Ci azzeccai con quel pronostico, perché da quando decisi di fare l’attore mi ha sempre aiutato. Direi, anzi, che il mio nasone è il mio portafortuna.
Ricordo il mio primo film, Il laureato, nel 1967, quando il regista Mike Nichols, prima delle riprese, mi guardò a lungo e mi disse: «Dustin, che facciamo con quel naso?». Rivolse la domanda anche all’addetto al make up: «C’è una maniera per renderlo meno visibile col trucco?». Ci proviamo, rispose quello.
Confesso che il make up applicato sul mio volto per diminuire il mio naso sullo schermo è stata una delle esperienze più degradanti che abbia mai vissuto come attore. Del resto, Nichols non faceva che assicurarmi che avevo battuto il golden boy dal naso perfetto Robert Redford per il ruolo di Benjamin Braddock accanto alla splendida Anne Bancroft, la mitica Mrs. Robinson del film. Quindi, che mi mettessi l’animo in pace.
Insomma, a chi ha il naso un po’ grosso, aquilino o storto, io raccomando: tenetevelo!
Il naso è la parte più prominente del nostro volto, comunica con immediatezza chi siamo, come siamo, che tipo di rapporto con noi stessi abbiamo. Un grosso naso non ha mai guastato la vita o la carriera a nessuno. Da Federico da Montefeltro in poi, i nasoni hanno fatto storia. Pure io, nel mio piccolo…
Dustin Hoffman (confessione raccolta da Silvia Bizio per Ok Salute e benessere di agosto 2012).

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