La prevenzione non si deve fermare neppure di fronte a un’epidemia globale come quella in corso. Eppure la paura di contrarre il virus, la riorganizzazione di interi reparti ospedalieri e il rinvio di tutte le prestazioni non urgenti hanno comportato pesanti ripercussioni anche su questo fronte. Si stima, ad esempio, che nei mesi precedenti non siano stati eseguiti oltre un milione e mezzo di screening senologici e ciò costerà caro in termini di nuove diagnosi e di spesa sanitaria.
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Screening del tumore al seno: quali sono?
«Anche in questo particolare contesto storico bisogna ricordarsi che il tumore al seno è il “big killer” del genere femminile e che il suo tasso di incidenza continua a crescere anche tra le più giovani, soprattutto nella fascia 30-35 anni» interviene Francesco Schittulli, Presidente nazionale della LILT, in occasione della presentazione della tradizionale Campagna Nastro Rosa, della quale quest’anno è testimonial Benedetta Rinaldi, giornalista RAI. «A fronte di circa 55.000 nuove diagnosi ogni anno, la prevenzione non può in alcun modo essere trascurata. A partire dai 20 anni, infatti, bisognerebbe iniziare a fare con costanza l’autopalpazione, un importante strumento di autoanalisi che consente di verificare eventuali cambiamenti a carico del seno. Dai 25-30 anni, poi, l’ideale sarebbe eseguire annualmente una visita senologica e sottoporsi a un’ecografia. Dai 40 anni in poi, oltre alla visita senologica e all’ecografia, è necessario aggiungere anche la mammografia» continua il professore.
Come si fa l’autopalpazione del seno?
Nella prevenzione del tumore alla mammella, l’autopalpazione è quindi uno dei primi e più importanti strumenti a disposizione per imparare a conoscere la struttura e l’aspetto del seno e, di conseguenza, ad accorgersi precocemente dei cambiamenti. Bisognerebbe svolgerla una volta al mese, meglio tra il 7° e il 14° giorno del ciclo, perché il seno è meno gonfio e dolente. Se si è in gravidanza o in menopausa, si può fare in qualsiasi momento. Ma come si esegue correttamente? Ce lo spiega proprio il Presidente nazionale della LILT.
Primo step
Mettetevi davanti a uno specchio, in posizione eretta, in un luogo ben illuminato.
Secondo step
Osservate il seno sia di fronte sia di profilo, prima con le braccia stese lungo i fianchi e poi con le braccia alzate sopra la testa alla ricerca di eventuali irregolarità. Bisogna comunque ricordarsi che le due mammelle non sono quasi mai identiche.
Terzo step
Iniziate l’autopalpazione piegando un braccio dietro la testa e facendo scorrere sul seno l’indice, il medio e l’anulare uniti in movimenti rotatori, in senso orario, dall’esterno della mammella verso il complesso areola-capezzolo. In questo modo potrete cogliere eventuali noduli o indurimenti.
Quarto step
Continuate con l’autopalpazione ed esaminate il seno con movimenti verticali delle dita e per quadranti dall’interno verso l’esterno e viceversa.
Quinto step
Per concludere l’autopalpazione, premete leggermente il capezzolo tra pollice e indice per rilevare eventuali fuoriuscite di liquido.
Quando preoccuparsi e richiedere una visita specialistica?
A differenza di quanto si possa pensare, il dolore raramente è sintomo di tumore al seno, ma andrebbe comunque riferito al proprio medico. I segnali che devono allarmare dopo l’autopalpazione e spingere a un approfondimento sono i seguenti:
- Una o più formazioni nodulari della mammella
- Protuberanze o ispessimenti della mammella o della zona ascellare
- Variazioni nella forma e nella dimensione della mammella
- Fuoriuscita di liquido dal capezzolo
- Infossamenti o rilievi sulla superficie
- Cambiamenti nell’aspetto della pelle, del capezzolo o dell’areola come gonfiori, arrossamenti, oppure sensazione di calore.