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Clemente Mastella: sudo e sudo…

«Che problema, sono come una pentola in ebollizione»

 

«Appena il tempo migliora io inizio a colare acqua come un tegame sul fuoco», racconta Clemente Mastella. «Sudo e sudo… Come mai? Forse è un effetto collaterale dell’ipertensione. Il fatto è che devo ricorrere a tutte le precauzioni e portarmi sempre dietro un cambio di camicia».
Ecco la confessione del politico a OK.

«Col caldo vado in ebollizione. Letteralmente. Mi sento come una pentola sul fuoco. Sudo e sudo. Una cosa insopportabile. L’estate sarebbe un disastro totale se non avessi Ceppaloni, con il verde dei suoi ulivi e l’acqua fresca della mia piscina a forma di conchiglia. Anche per questo non mi allontanerei mai da casa.

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Uso i cerotti antialoni sotto le ascelle
Ma sono in politica e mi tocca un percorso a ostacoli. Sì, perché l’alone di sudore è un pericolo sempre dietro l’angolo. Se nelle occasioni più formali ho la giacca a coprire il bagnato, quando il look è casual bisogna ricorrere a tutte le precauzioni. Prevedo sempre almeno un cambio di camicia. Ma mi tornano molto utili anche quei cerotti assorbenti da mettere sotto le ascelle.
Il fatto è che io soffro il caldo. Forse un effetto collaterale della pressione alta. Il giorno delle mie dimissioni alla Camera, a gennaio 2008, sarà arrivata a 200, sono sicuro: lo sentivo dal mal di testa.

Più ingrasso più grondo
Io, tra il caldo e lo stress, mi butto sui gelati. Sono croce e delizia delle mie estati. Tant’è che alla fine della stagione mi ritrovo puntualmente con quattro, cinque chili presi e con le camicie, fatte cucire a maggio, che a settembre già tirano. E più ingrasso più sudo…

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Il sole è il mio nemico. Al mare, per dire, so di essere buffo: me ne sto col cappello in acqua e sempre lì a tuffarmi con la testa sotto. Altrimenti finisce male.
Già in due occasioni ho preso l’insolazione, durante comizi fissati a mezzogiorno. Quella volta, a Pisticci, vicino a Matera, elezioni 2001, non la scorderò mai: mi sembrava di avere le braci tra le meningi.
Vi sembra poco per non vedere l’ora che torni l’inverno? Ebbene, le temperature che si alzano vanno a peggiorare il mio problema di respirazione, con cui convivo da anni. Ho l’ipertrofia dei turbinati, quelle sporgenze ossee che si trovano dentro le fosse nasali.

L’altro problema? russo
Morale: respiro con una sola narice, portandomi dietro, oltre al disagio in sé, le apnee notturne e un russamento pesante.
Dovrei operarmi e una volta sono stato sul punto di farlo ma, a intervento già fissato, mi sono tirato indietro. Il giorno prima. Troppa fifa, io andavo in panico appena il medico avvicinava al naso gli strumenti. La fuga è dovuta però a un episodio: il giorno prima dell’intervento, il chirurgo mi raccontò che durante un’operazione analoga alla mia, un dottore di cui parlava sempre male aveva reso orbo il paziente. Ricordo l’aggettivo: orbo. Mi colpì perché da noi non usa per dire cieco. Scappai.
Da allora, la mia vita viaggia con una narice sola. E con le lamentele di mia moglie… Per le apnee emetto tanti rumori. Così la sera ho l’obbligo di chiudere gli occhi quando Sandra dorme già».
Clemente Mastella (testo raccolto da Amedeo Santochirico nel maggio 2009 per OK La salute prima di tutto)

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