«Debole di gola, già. Cioè: io posso resistere al cibo, però non a faringiti e a tonsilliti, che mi beccano ogni momento», spiega Claudio Bisio. «E allora febbre e voce bassa: che problema per un attore! Cure? Le ho provate tutte, perfino l’omeopatia. La verità è che dovevo farmi un interventino».
«Parliamo di salute? Scommetto che penserete subito: “Ora Bisio si mette a raccontare della sua calvizie”. Sbagliato. Non ho alcun problema di capelli, perché in realtà ho una chioma foltissima. È che non la lascio crescere perché conquisterei troppe donne, già attratte irresistibilmente dal mio straordinario sex appeal…
No, sul serio, parliamo di salute. Il mio punto debole è la gola. Da sempre. Nel senso che diventa rossa, s’infiamma di continuo, mi fa male se deglutisco…
Ecco, tonsilliti, laringiti, faringiti, sinusiti, placche e febbre. Così mi si abbassa la voce, che magari sarà sexy ma per uno che fa il mestiere dell’attore non è il massimo.
Maglioni a collo alto anche ad aprile…
Perché recitare in queste condizioni è faticosissimo, oltre che doloroso, e non servono i gargarismi, gli sciacqui, il latte caldo col miele, le gocce di propoli, le sciarpe avvoltolate fino al mento: stai con quel bruciore e, cavolo, devi pure continuare a parlare…
A volte sono stato sul palco con 38 gradi di febbre, come uno stoico, un martire, perché lo spettacolo deve continuare.
Colpa delle tonsille, che già da piccolo mi davano tutti questi casini. C’erano sempre due correnti di pensiero fra i medici che mi visitavano: chi diceva di operare subito e toglierle e chi invece sosteneva la loro funzione di barriera, di filtro a tutte le sozzerie dell’aria, che a Milano non è mai stata quella delle Dolomiti o delle isole tropicali.
Mia madre era conservativa, per cui decise di seguire la seconda indicazione e continuare ad affrontare ogni inverno, ma non solo, tutti i miei mali di gola e le mie febbri. Da ragazzino mi andava pure bene perché, a parte il dolore a cui a un certo punto avevo finito per abituarmi, stavo a casa da scuola o mi parava da interrogazioni scomode…
Negli anni, ho preso più antibiotici io che una cavia sovvenzionata da una multinazionale farmaceutica! Ne ho provati di tutti i tipi e poi, quando a un certo punto sono andato da uno specialista, mi hanno detto che ero troppo adulto per la tonsillectomia.
Ho adattato anche il look stagionale ai miei malanni: sciarpe avvolgenti e berretti calcati sulla fronte tutto l’inverno; maglioni a collo alto anche ad aprile. D’estate, pure se amo le immersioni, debbo stare attento a non scendere a temperature troppo fredde.
Adesso ho deciso di tentare pure con l’omeopatia. Lo so che la medicina ufficiale non le riconosce proprietà terapeutiche, ma io ci provo lo stesso: al massimo, non farà niente. L’omeopata mi ha prescritto tutte le mattine un cucchiaino di oro, argento e rame, in gocce.
Detta così, pare quasi un regalo dei Re Magi, ma mio figlio, che tanto per non smentire la tradizione di famiglia ha già i suoi bei problemi di otorinolaringoiatria e prende le mie stesse gocce, dice che gli sembra pipì di gatto. Comunque, non è un male così grave e quindi va bene scherzarci».
Claudio Bisio (testo raccolto da Luciana Castagna per OK La salute prima di tutto di aprile 2006)
L’APPROFONDIMENTO MEDICO
TONSILLECTOMIA ANCHE A 80 ANNI SE LE INFEZIONI SONO TROPPE
Le tonsille, le piccole masse di tessuto linfatico situate dietro la lingua, hanno una funzione difensiva contro numerosi agenti patogeni quali batteri, virus, materiali estranei di varia natura. «Sono davvero essenziali solo nei primi dieci anni di vita. Dopo no», spiega Matteo Richichi, direttore della divisione di otorinolaringoiatria del Fatebenefratelli di Milano. Perciò, se continuano a infiammarsi, si eliminano. Anche a 80 anni.
• La tonsillite. Le tonsille possono essere sede di processi infiammatori, o tonsilliti, a decorso acuto, subacuto o cronico.
I sintomi? Arrossamento di tonsille e faringe, dolore alla deglutizione, febbre anche elevata, debolezza e malessere generale. In genere, bastano gli antinfiammatori e riposo al caldo. Se necessario, si assumono gli antipiretici per controllare la febbre, mentre gli antibiotici solamente nel caso di un’infezione batterica.
• Quando operare. Le nuove linee guida internazionali prevedono il ricorso al bisturi solo se ci sono ostruzioni respiratorie (tonsille troppo grosse, che provocano apnea), oppure nel caso di ripetute infezioni resistenti agli antibiotici. In linea di massima, si opera se si presentano almeno quattro tonsilliti all’anno, per almeno due o tre anni di seguito.
L’asportazione delle tonsille dà risultati significativi, anche in tarda età, e poi non si avrà, occasionalmente, che qualche irritazione faringea. C’è un caso in cui asportarle è indispensabile: quando nelle tonsille è presente lo streptococco beta emolitico di gruppo A, possibile responsabile di danni a cuore, reni e articolazioni.
• L’intervento. La tonsillectomia si fa in anestesia generale, con una notte di degenza: il chirurgo, con uno strumento a pinza, separa la tonsilla dalla parete faringea.