La cipria è da sempre uno dei prodotti di make up per eccellenza, che è sopravvissuta all’avvento dei blush, delle terre, degli illuminanti, fino ad arrivare, sana e salva, all’era del make up 2.0. Con il passare del tempo si è evoluta, ma senza perdere le caratteristiche e le funzioni principali.
A cosa serve esattamente?
C’è da dire però che, molto spesso, non è chiara né la modalità di utilizzo né il suo scopo vero e proprio, specie ora che la cosmesi offre un’ampia scelta di prodotti. Per fare un po’ di chiarezza è utile, innanzitutto, ribadirne la funzione. A differenza delle terre e dei fard, la cipria non dona colore al viso ma, stesa dopo il fondotinta, serve a fissare la base e a regalare un incarnato opaco e omogeneo.
Per chi è (e non è) adatta
È infatti particolarmente indicata per chi ha una pelle tendenzialmente grassa, poiché «asciuga» l’eccesso di sebo, mentre è sconsigliata per quella molto secca perché il rischio è quello di disidratare ancora di più i tessuti e mettere in risalto possibili imperfezioni.
Quale scegliere?
Proprio perché il suo intento è quello di uniformare e opacizzare, la cipria non presenta una vasta gamma di colori. E allora quale scegliere? Quella più vicino alla nuance del fondotinta, scartando assolutamente quelle troppo chiare al fine di evitare l’«effetto cadavere».
Come si applica?
L’applicazione è molto semplice che si usi sia quella in polvere sia quella compatta. La prima è munita di un piumino che, impregnato di cipria, si tampona direttamente sul viso. La seconda si stende con un grosso pennello, partendo dalla fronte fino ad arrivare al collo.
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