Caffè mai a stomaco vuoto, ma puoi berne fino a 5

A colazione, mentre si lavora, alla fine di una cena. Il caffè per molti significa l’inizio, la pausa e la conclusione di una giornata lavorativa, ma anche la coccola finale dopo un pasto. Su questa bevanda a base di caffeina amatissima dagli italiani e diffusa in tutto il mondo, sono stati condotti numerosi studi scientifici che ci hanno insegnato a conoscere meglio i suoi segreti e i suoi benefici. Ma gli studi e gli esperti ci hanno insegnato anche a non sbagliare e a consumare il caffè correttamente. La regola principale è caffè mai a stomaco vuoto. Oggi vi ricordiamo in particolare quattro buone abitudini.

Caffè mai a stomaco vuoto

Sei abituato a svegliarti e a bere il caffè senza mangiare nulla? Oppure fai un lavoro che ti impone turni notturni e spesso fai pausa caffè a distanza di tante ore dall’ultima volta che hai mangiato? Assumere questa bevanda a stomaco vuoto non è una buona idea. «Il caffè, a causa della caffeina, aumenta la secrezione di acido cloridrico e questo non fa bene allo stomaco quando è vuoto. La somministrazione di alimenti contribuisce ad alcalinizzare la secrezione di acido cloridrico» spiega Gabriele Riegler, professore associato di gastroenterologia alla Seconda Università di Napoli (puoi chiedergli un consulto qui). L’alcalinizzazione è un processo chimico che aumenta il pH di una sostanza.

Rimedi

È quindi assolutamente necessario, anche quando lo prendiamo di prima mattina, accompagnarlo sempre con del cibo. Basta ad esempio una fetta biscottata integrale, oppure un pezzo di torta fatta in casa. Se sbagliamo e nella fretta lo beviamo a stomaco vuoto e sentiamo una sensazione di bruciore è inutile aspettare che passa. Un buon rimedio può essere mangiare qualcosa. L’esempio classico è un paio di cracker o qualche tarallino, di quelli che si trovano anche nelle macchinette in ufficio e al lavoro.

Mai oltre i cinque

Se cinque è la quantità massima di tazzine di caffè consigliata dagli esperti, tre sono quelle in grado di allungarti la vita. «Grazie a uno studio pubblicato su Circulation, è stato dimostrato che possiamo trarre beneficio dal caffè senza alcun tipo di controindicazione, bevendone fino a un massimo di cinque tazzine al giorno» spiega Roberto Volpe, medico ricercatore del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Roma (puoi chiedergli un consulto qui). Da uno studio condotto dall’International Agency for Research on Cancer (IARC) e dall’Imperial College di Londra in dieci Paesi europei è emerso invece che coloro che bevevano almeno tre tazzine di caffè al giorno erano più longevi rispetto a quelli che non erano soliti consumare questa bevanda.

Non fa male al cuore

Il caffè aumenta temporaneamente e in maniera modesta il battito cardiaco, ma questo – al contrario di ciò che alcuni ancora pensano – non è dannoso per la salute del nostro cuore e non aumenta la pressione (o meglio, è un effetto rilevato solamente nei consumatori occasionali). «Non è mai stato dimostrato» spiega Claudio Borghi, professore di medicina interna all’Università di Bologna e direttore dell’unità operativa di medicina interna al Policlinico Sant’Orsola Malpighi del capoluogo emiliano. «Anzi, grazie allo studio pubblicato su Circulation, si è appurato una volta per tutte che il caffè riduce la mortalità totale, specie nei casi in cui le cause siano da attribuire a malattie cardiovascolari».

Non sempre tiene svegli

La caffeina aiuta a rimanere svegli e vigili per due giorni, ma dopo la terza notte di fila in cui si dorme meno di cinque ore praticamente non funziona più. Lo hanno dimostrato i ricercatori del Walter Reed Army Institute of Research con uno studio pubblicato sulla rivista Sleep, in cui sono stati valutati gli effetti di 200 mg di caffeina (un espresso ne contiene tra i 40 e gli 80 mg a seconda della varietà di caffè utilizzata). Il consiglio? Il caffè di certo vi sostiene, ma non dovete trascurare le ore di sonno, vero ristoro per il corpo e il cervello.

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