Clara. Wanda. Deborah. Lina. È in questo geometrico gineceo che si muove il romanziere Corrado Augias, tornato alla narrativa dopo molti anni con “Il lato oscuro del cuore” (Einaudi). Il giornalista (e scrittore e autore e conduttore di storiche trasmissioni televisive) riparte dalle donne a cui si affida, come un archeologo, alla ricerca dei sentimenti rimossi, per paura, vergogna o distrazione.
Le ascisse e le ordinate dell’indagine di Augias sono la psicoanalisi e l’inconscio, due macro-temi cui l’autore dà il suo contributo attraverso la storia di Clara e Wanda. La prima è un’aspirante psicoterapeuta che ripercorre i casi delle “grandi isteriche” e dei loro medici, Charcot, Jung e Freud. È affascinata da come “la scoperta dell’inconscio fosse cominciata smontando un organismo fatto di sangue, ossa, muscoli, vasi, ghiandole; il corpo e l’anima, la tangibile realtà di un organo e la sfuggente e oscura materia di cui sono fatti i sogni.”
Wanda è invece una donna spezzata, succube della violenza maschile, sospettata di aver ucciso il marito. Una vittima attratta dai suoi carnefici. Proprio Wanda diventerà la prima paziente di Clara che attraverso di lei sconfinerà in territori grigi, dove dolore e piacere non hanno un contorno preciso. Per arrivare al lato oscuro del cuore (e della mente), Corrado Augias aveva bisogno della libertà che solo un romanzo gli poteva dare. Il risultato conforta il lettore che viene tenuto per mano nel viaggio verso luoghi che non si possono governare.
Raffaella Caprinali
16/10/2014