«Ho sempre avuto una salute di ferro», racconta Alessandro Preziosi. «Poi, mentre giravo Elisa di Rivombrosa, il mio fisico è andato in tilt. E non capivo perché».
Ecco la confessione dell’attore a OK.
«Sono sempre stato benissimo. Esatto, quella che si dice una salute di ferro. Nessun problema particolare, il giusto esercizio fisico e un’alimentazione corretta. Ma un giorno, all’improvviso, tutto è cambiato. Già, proprio tutto.
È successo nel 2002, giusto durante le prime riprese di Elisa di Rivombrosa, la serie televisiva di Canale 5 che mi avrebbe fatto conoscere al grande pubblico e grazie alla quale mi sono innamorato di Vittoria Puccini. Di colpo ho cominciato a sentirmi debole, ad avere febbre e mal di testa.
Faceva caldo e io sudavo freddo
Sembravano i sintomi dell’influenza. Soltanto che il mercurio del termometro non scendeva mai…
Fra l’altro, ero costretto a girare sul set, in piena estate, con costumi d’epoca pesanti. Faceva caldo e io sudavo freddo. Una fatica enorme. Sospendere le riprese? Non ci pensavo nemmeno: non volevo assolutamente cedere alla debolezza. Mi dicevo: “Passerà”. E invece non passava. Per fortuna erano scene di sofferenza e il mio pallore e i miei occhi segnati erano perfetti, senza bisogno di trucco.
Ma ho rischiato di cadere da cavallo durante una scena molto movimentata e abbiamo dovuto interrompere le riprese, perché a un certo punto non riuscivo a rimettermi in sella.
Ero dimagrito sette chili, mi sentivo spossato
Devo dire che tutta la produzione della fiction m’è stata vicina: capivano la mia sofferenza, lo sforzo e la concentrazione che mettevo per dosare le energie. Io però cominciavo a essere davvero preoccupato. E, più passava il tempo, più apparivo terrorizzato. Non si capiva che cosa avessi e a quel punto pensavo al peggio…
Ho fatto cambiare il piano di lavorazione e sono tornato a Napoli da mia madre, perché quando stai male hai voglia di un rifugio come ai tempi in cui eri bambino. Dopo alcuni giorni mi sono spostato a Roma e lì, all’ospedale Sant’Andrea, mi hanno sottoposto a una lunga serie di analisi del sangue. Infine la diagnosi: era brucellosi, una malattia di cui ignoravo perfino l’esistenza.
Ho appreso che derivava da un’infezione alimentare. Forse avevo mangiato del cibo contaminato dal batterio che provoca quella malattia, credo qualche bella mozzarella fresca. E poi, certo, il disturbo mi ha messo ko in un momento di forte stress, quando le difese immunitarie erano abbassate.
Non si può sempre correre a ritmi forsennati
Ero dimagrito di sette chili e sentivo una spossatezza profonda. Mi hanno curato con antibiotici specifici, sotto costante controllo medico. C’è voluto un mese perché i batteri scomparissero e la mia brucellosi passasse.
Che cosa vi devo dire? È stata proprio una gran bella paura. A guarigione completa, però, ho considerato questa malattia quasi come una fortuna, o al meno come un segnale del destino, che mi ha portato a riflettere sui ritmi forsennati. Ho capito che non si può macinare lavoro su lavoro solo per restare sulla cresta dell’onda.
Ecco, ho recuperato il mio amor proprio, la coscienza di difendermi dalla seduzione dei facili guadagni. E ho imparato a dire no. Tanti no.
Il mio unico punto fermo è sempre stato mio figlio Andrea Edoardo. È nato quando avevo 22 anni, mi ha aiutato a maturare in fretta. E ora di punti fermi ne ho altri due: Vittoria e la bambina che mi ha appena regalato, mia figlia Elena».
Alessandro Preziosi (testo raccolto da Lucia Castagna nel settembre 2006 per OK La salute prima di tutto)
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