Meno insaccati, più frutta e verdura e un’attività fisica regolare: ecco le tre regole d’oro per tenere a bada il reflusso gastroesofageo ed evitare che peggiori fino ad evolvere nella sindrome precancerosa nota come esofago di Barrett e nel tumore dell’esofago vero e proprio. È quanto dimostra uno studio italiano pubblicato sullo European Journal of Nutrition dal gruppo di ricerca di Stefano Realdon, dirigente medico presso l’Unità Operativa di Endoscopia dell’Istituto Oncologico Veneto di Padova.
Lo studio ha preso in esame lo stile di vita e le abitudini a tavola di 107 pazienti in cura presso il centro. Dai risultati è emerso che una regolare attività fisica veniva svolta dal 48% dei soggetti con reflusso, ma solo dal 20% di quelli con esofago di Barrett e da appena il 5% da quelli con tumore dell’esofago. Il consumo di frutta era abbondante nel 37% delle persone con reflusso, nel 7% di quelle con esofago di Barrett e nel 5,6% da quelle con tumore dell’esofago. Infine la carne conservata (in scatola, sotto forma di salumi e wurstel) veniva consumata frequentemente dal 90% dei pazienti colpiti da adenocarcinoma dell’esofago, dal 64% di quelli con esofago di Barrett e dal 50% dei pazienti con reflusso.
Alla luce di questi dati i ricercatori concludono che «una regolare attività fisica e molta frutta proteggono dal tumore all’esofago, mentre il frequente consumo di carne conservata è un fattore di rischio». L’ Istituto Oncologico Veneto sta inoltre lavorando su un progetto (integrato nel Piano regionale di prevenzione) per tradurre i risultati della ricerca in una modifica reale degli stili di vita nella popolazione del Veneto.
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