I giochi di una volta favoriscono il dialogo e l’interazione tra genitori e figli, aspetto cruciale nello sviluppo cognitivo di un bambino. È la conclusione a cui è giunto un team di ricercatori americani della Northern Arizona University con uno studio pubblicato su Jama Pediatrics.
I giochi elettronici come mini-computer o oggetti parlanti pubblicizzati per aumentare la capacità di linguaggio dei più piccoli, in realtà riducono la loro vocalizzazione spontanea (nello studio i bambini avevano un’età compresa tra i 10 e i 16 mesi) e appunto frenano lo scambio e la relazione con mamma e papà.
Lo studio mette in evidenza che con i libri i genitori pronunciano in media 67 parole al minuto, con i giochi tradizionali 56 e con quelli elettronici 40, e in quest’ultimo caso utilizzano meno anche parole legate al gioco stesso come per esempio «questo è un salvadanaio» oppure «il granaio è rosso», frasi pronunciate 4 volte più spesso con i libri e 2 volte più di frequente con i giochi tradizionali.
Questo non significa bandire i giochi hi-tech quanto invece evitare di utilizzarli come “baby sitter” e comunque fare in modo che non siano gli unici giochi con cui far crescere i nostri figli.
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