Per tenere sotto controllo la pressione, com’è noto, occorre non esagerare con il sale. L’ideale è, come consigliato dall’Organizzazione mondiale della sanità, consumare non più di due grammi di sodio al giorno, equivalenti a circa cinque grammi di sale da cucina.
Come fare? Meglio preferire gli alimenti naturali, che ne contengono poco ed evitare quelli industriali o lavorati». Per esempio: hamburger, salumi, salsicce, carni conservate, formaggi stagionati, dadi da cucina, salse come senape, soia o ketchup, patatine, cracker e cibi confezionati.
Attenzione, però. «In alcuni studi scientifici si è osservato il cossiddetto effetto a U», dice Giuseppe Mancia, professore emerito all’Università Bicocca di Milano e presidente della Fondazione ricerca e innovazione su ipertensione e protezione cardiovascolare. «Quando si riduce il sale, la pressione negli ipertesi diminuisce, ma se viene abolito completamente la pressione sale di nuovo». Il sale, dunque, non dev’essere eliminato, ma solo ridotto. Va preferito, inoltre, quello arricchito con lo iodio, importante nella prevenzione di disfunzioni tiroidee; per insaporire le pietanze le alternative al sale da cucina non mancano: limone, aceto, peperoncino, aglio, cipolla, erbe aromatiche come basilico, prezzemolo, rosmarino, menta, origano e spezie come pepe, zafferano o curry.
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